Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Ascierto ed altri; Lavagnini; Lucidi ed altri: Delega al Governo per il riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate (A. C. 3437-4376-5400) (ore 10,40).
 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge d'iniziativa dei deputati Ascierto ed altri; Lavagnini; Lucidi ed altri: Delega al Governo per il riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate.
Ricordo che nella seduta del 16 gennaio 2006 si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (vedi l'allegato A - A.C. 3437 ed abbinate sezione 1).
Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (vedi l'allegato A - A.C. 3437 ed abbinate sezione 2).
Avverto, infine, che per un mero errore tipografico, a pagina 8 dello stampato del testo «A», le parole «decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 33» devono intendersi «decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334».

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. A.C. 3437 ed abbinate sezione 3).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, il testo oggi in discussione, ed è pervenuto il parere della IV Commissione, prevede una delega al Governo, da esercitarsi mediante una pluralità di decreti legislativi da emanarsi nel corso degli anni 2006, 2007, 2008 ed oltre. Ciò al fine di realizzare un riordino nelle carriere del personale delle Forze armate dello Stato. Sono interessati al provvedimento sia i dirigenti sia i non dirigenti, vale a dire l'insieme del personale che rientra nel comparto della difesa e della sicurezza, che vedrà modificate le norme che disciplinano le promozioni, i periodi di permanenza nei vari gradi e qualifiche, i criteri di remunerazione, con conseguenti effetti economici.
Le autorizzazioni di spesa di cui dispone il provvedimento in esame consistono in 73 milioni di euro per l'anno 2004; 118 milioni di euro per l'anno 2005 e 122 milioni di euro a decorrere dall'anno 2006. I fondi per il 2004 ed 2005 saranno trasposti, ovviamente, nel bilancio del 2006 - così almeno ha sostenuto il sottosegretario Vegas - in sede di discussione della legge finanziaria per l'anno 2006, chiedendo, tra l'altro, il ritiro di un emendamento dell'onorevole Ramponi che formalizzata, tuttavia, tale decisione.
Ciò vuol dire che, stando alla parola del sottosegretario Vegas, il provvedimento dispone di 313 milioni di euro per il 2006 e di 122 milioni di euro per gli anni successivi. Gli organici del personale del comparto difesa e sicurezza assommano a 450 mila unità, oltre ai dirigenti, che sono circa 4 mila. Quindi, in totale, si tratta di 455 mila persone.
Nel provvedimento che stiamo esaminando si prevede di riordinare la dirigenza, armonizzandone trattamenti con quelli della dirigenza pubblica - ciò equivale a destinare a tale settore significativi miglioramenti economici -; unificare il ruolo degli agenti e degli assistenti con quello dei sovrintendenti e dei loro equivalenti nelle forze armate - ciò equivale a prevedere una carriera unica per le qualifiche di base, con promozioni ad anzianità e conseguenti miglioramenti economici e la promozione al grado apicale prima della cessazione dal servizio, con conseguenze migliorative della trattamento di quiescenza; migliorare il trattamento economico del personale appartenente al ruolo degli ispettori e dei marescialli, valorizzandone economicamente le responsabilità funzionali; realizzare un'area di natura dirigenziale, unificando all'interno di essa alcuni ruoli tecnici e concedendo loro un'indennità perequativa; riconoscere e valorizzare le funzioni di natura dirigenziale svolte dagli uffici superiori delle Forze armate e dei funzionari delle corrispondenti qualifiche delle forze di polizia; concedere perequazioni di natura economica tra il ruolo dei marescialli e quello degli ispettori; valorizzare il trattamento economico del personale ad ordinamento civile e militare delle qualifiche iniziali; intervenire sui contenuti del rapporto di impiego della dirigenza, delegificandone il procedimento.
Come si vede, si tratta di norme che identificano in maniera inequivocabile i benefici economici o normativi, nonché i percettori degli stessi per ciascun grado, ruolo, qualifica o categoria, suscitando, quindi, altrettanti interessi fra i destinatari e un conseguente malcontento fra gli esclusi o tra coloro che si sentono scavalcati o ignorati da queste decisioni.
È, quindi, un provvedimento i cui contenuti dividono il personale. Ne hanno avuto prova anche i rappresentanti della maggioranza, i quali hanno avuto il coraggio di intervenire alle assemblee di questi giorni organizzate dai sindacati e dai COCER, ed hanno ascoltato fino in fondo i giudizi di quella platea in merito al provvedimento in esame. Mi riferisco alle bordate di fischi ottenute dai rappresentanti della maggioranza del gruppo di Alleanza nazionale, che in questi giorni si sono dovuti confrontare con il personale delle forze di polizia e delle Forze armate. Forse, hanno compreso quale sia il giudizio di una parte... Non scuota la testa, onorevole Ramponi, siamo in grado di dimostrare le cose che diciamo, delle quali ci assumiamo la responsabilità in questa Assemblea. Al termine del mio intervento, le indicherò le sigle sindacali che sono contrarie al provvedimento e chiedono di bloccare questo progetto di riordino a legislatura praticamente conclusa.
Stiamo, quindi, discutendo un provvedimento messo insieme dalla maggioranza in modo confuso. Ricordo anche il ritardo con il quale abbiamo dato inizio all'esame di tale testo unificato, che ieri abbiamo dovuto rinviare più volte. Soprattutto, si tratta di un provvedimento che non ha una chiara copertura finanziaria, rivolto a persone che svolgono (al riguardo, non vi è ombra di dubbio) funzioni delicate, rischiose e fondamentali per la sicurezza e la difesa del paese.
È del tutto evidente che un serio provvedimento di riordino deve misurarsi, innanzitutto, con un forte senso di responsabilità nei confronti dei destinatari e deve essere in grado di produrre concretamente gli effetti promessi.
In una tabella abbiamo provato a schematizzare quali dovrebbero essere gli effetti economici, per ciascuna categoria e per ciascuna situazione, in misura tale da poter essere apprezzati dal personale. Ne scaturisce un costo di 621 milioni e mezzo di euro, che non sono disponibili in questo provvedimento. Si ricorre, quindi, ad un artificio: l'attuazione di queste misure è demandata a decreti delegati, da realizzarsi nel tempo: il primo entro il 31 dicembre 2006, altri entro il 30 giugno 2007, altri ancora nel periodo intermedio ed, infine, eventuali altri decreti integrativi negli anni successivi.
Questo è ciò che una parte del personale comprende perfettamente: dietro la promessa di situazioni economiche positive per il personale stesso non ci sono un investimento ed un impegno economico garantito.
Viene, però, inserita una clausola di sbarramento, secondo la quale i decreti legislativi potranno essere adottati soltanto dopo che le leggi finanziarie dei prossimi anni ne avranno garantito la copertura finanziaria.
Anche alla luce del dibattito di queste ore, non so quanto la maggioranza di centrodestra ritenga che questo Governo debba restare in carica.
A questo punto, possiamo ipotizzare che per i prossimi tre o quattro anni avranno una garanzia, in qualche modo, di poter assumere le decisioni contenute in questo provvedimento. Di mezzo, tuttavia, per fortuna degli italiani e del personale militare, ci sono le elezioni e, quindi, anche i cittadini delle Forze di polizia e delle Forze armate potranno esprimere la loro opinione.
Questa soluzione legislativa, a nostro avviso, non è praticabile, poiché le norme previste dispongono effetti che determinano interessi legittimi, che sono molto più che una legittima aspettativa e la cui entrata in vigore, quindi, non può essere subordinata alla disponibilità futura di risorse finanziarie, che al momento dell'approvazione della legge non si sa se ci saranno.
La critica sul metodo, quindi, mi sembra del tutto chiara. Da un lato, vi è l'incertezza della copertura finanziaria, con il rinvio a risorse che dovranno essere reperite, e, dall'altro lato, vi è la forzatura sui tempi, visto che si porta all'esame dell'aula un provvedimento a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere.
Le critiche nel merito sono ancora più doverose. Al momento, il personale delle Forze di polizia è articolato su quattro ruoli. Faccio riferimento ai gradi e alle qualifiche militari solo per semplificare: il ruolo della truppa, articolato su quattro gradi; il ruolo dei sergenti, articolato su tre gradi; il ruolo dei marescialli e il ruolo degli ufficiali, che racchiude le qualifiche di non dirigenti e dirigenti.
La prima questione che si propone è quella dell'unificazione dei ruoli truppa e sergenti e dei ruoli equivalenti nelle Forze di polizia, agenti e sovrintendenti, in un unico ruolo. In conseguenza di ciò, la carriera iniziale si articolerà su sette gradi.
È un passaggio condivisibile, che risolve il problema che ha indicato, tra l'altro, anche il presidente Ramponi, relativo alle due carriere troppo corte e che si esauriscono nei primi 16-18 anni di servizio. Però, al tempo stesso, si creano molti problemi per coloro che già si trovano nel ruolo dei sergenti e dei sovrintendenti e che in tale ruolo rimarrebbero ingiustamente intrappolati e scavalcati dai nuovi arrivati.
Per questi ultimi non si fa nulla e non si prevede nulla in questo provvedimento. Invece, bisogna aprire loro la strada al ruolo dei marescialli o degli ispettori.
Il secondo aspetto è relativo al ruolo degli ispettori e dei marescialli. Il Governo indica la prospettiva di interventi perequativi e di valorizzazione, però non trova i soldi per garantire la copertura finanziaria e la quantità.
Ebbene, qui bisogna avere il coraggio di dire come stanno le cose: il ruolo degli ispettori e dei marescialli ha bisogno di un doppio intervento. Il primo è quello di garantire una progressione economica certa, come l'omogeneizzazione degli ufficiali, che sgancia la carriera giuridica da quella amministrativa. Il secondo intervento è quello volto ad aprire il ruolo dando sbocco ai gradi della carriera superiore sulla base di titoli e requisiti adeguati.
Non avete fatto né l'una né l'altra cosa. Si interviene sui sostituti commissari, ma era necessario affrontare insieme le altre due questioni che ho appena citato.
Infine, vi è la questione della dirigenza. Nel pubblico impiego sono molti i settori nei quali i laureati entrano direttamente nella carriera dirigenziale. Non è così in questo comparto.
Inoltre, la dirigenza pubblica è stata contrattualizzata: i dirigenti delle Forze di polizia e delle Forze armate no. Migliorare il loro trattamento economico è possibile e, anzi, necessario, in un quadro in cui si interviene sull'intero comparto, a cominciare dalle qualifiche iniziali, fino agli ispettori, che al momento sono tutti intrappolati nei parametri.
Il sistema parametrico che noi abbiamo progettato doveva avere questa flessibilità e non essere appiattito solo sulla carriera gerarchica. Ma quando il Governo lo ha approvato, non ha voluto sentire ragioni e non ha dato risposte alle richieste dell'opposizione.
Questi sono i motivi, di metodo e di merito, che ci portano ad esprimere un parere contrario su questo provvedimento.
Vorrei ricordare che in questi giorni non siamo stati soli nell'esprimere le nostre posizioni. Alcuni deputati della maggioranza hanno sentito nelle loro orecchie fischiare gli echi del punto di vista di tanti rappresentanti delle Forze di polizia e delle Forze armate.
Questo è un volantino distribuito in questi giorni anche davanti al Parlamento: cittadini, vi chiediamo solidarietà per garantire la vostra sicurezza. L'assoluta maggioranza dei sindacati della Polizia di Stato, della Polizia penitenziaria, del Corpo forestale, con la vicinanza ideale dei rappresentanti militari dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, dell'Esercito, dell'Aeronautica e della Marina scendono in piazza per manifestare contro l'azione inconcludente e deleteria di questo Governo sulla sicurezza. Non sono parole mie, sono parole dei servitori dello Stato: a fronte di mirabolanti promesse di aumento delle retribuzioni e degli organici e di un riordino in grado di meglio strutturare le amministrazioni preposte alla sicurezza ed alla difesa del paese si registrano risultati del tutto insignificanti e persino offensivi per la stessa dignità degli operatori interessati. Questo Governo, nell'ultima finanziaria, non ha saputo trovare nemmeno i fondi per il rinnovo del contratto. Ha tagliato su aspetti vitali per lo svolgimento stesso dei compiti di istituto, ha abolito le missioni e, persino, le prime forme di assistenza ai feriti per causa di servizio. Ha persino licenziato centinaia di poliziotti penitenziari mettendo a serio rischio la possibilità concreta di gestire gli istituti penitenziari. Si tratta di una decisione gravissima che deve essere contestata con la massima fermezza: è in gioco la sicurezza di tutti. Chiediamo la solidarietà ai cittadini italiani in questo momento tristissimo per le Forze di polizia e per le Forze armate. Chiediamo la vicinanza in nome e per conto di quasi 600 mila poliziotti, carabinieri, finanzieri, soldati che ogni giorno, in Italia e all'estero, rischiano la propria vita per il bene comune e non meritano questo trattamento. Chiediamo al Parlamento di intervenire per evitare questo danno senza precedenti nella storia dei rapporti tra Governo e operatori dei comparti sicurezza e difesa.
Ho voluto portare la voce di tanti rappresentanti dei sindacati e delle Forze di polizia in quest'aula affinché anche i colleghi della maggioranza possano valutare la situazione: siamo ancora in tempo per rinviare il testo nelle Commissioni di merito per un approfondimento. Siete ancora in tempo a rivalutare le posizioni che avete assunto. Non si tratta di una presa di posizione di pochi soggetti. Tale posizione è stata assunta, in rappresentanza dei sindacati di polizia dal SIULP, dal SIAP, dal SILP, dell'FSP, dal COISP, dall'UILPS; dal COCER carabinieri; dai responsabili di settore della Guardia di finanza; per la polizia penitenziaria da parte del SAP, della CISL, della CGIL, dell'UILP penitenziaria; per il Corpo forestale da parte della CISL, CGIL e UILP forestali.
Voi ridete, cari colleghi della maggioranza, ma si tratta della maggioranza dei rappresentanti dei sindacati di polizia e delle Forze armate. Continuate pure a ridere del loro punto di vista. Forse, dopo il voto, ci sarà qualcuno che riderà al posto vostro (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Signor Presidente, il provvedimento che stiamo esaminando giunge in aula dopo oltre due anni di tergiversazioni e discussioni inconcludenti. C'è già chi sospetta che si tratti dell'ennesimo intervento teso a captare il consenso di alcune categorie di personale militare e delle Forze di polizia alla vigilia delle elezioni politiche. Secondo l'opposizione, infatti, si starebbe predisponendo il terreno per futuri incrementi delle retribuzioni senza, però, che sia stato chiarito se esistono le risorse indispensabili.
Invece, proprio questo a noi pare il merito maggiore della proposta di legge, dal momento che il testo approvato dalla Commissione erige le compatibilità macroeconomiche accertate dal DPEF ad argine insormontabile di qualsiasi futura rivendicazione.
Se le deleghe verranno esercitate correttamente, cioè coerentemente con il mandato parlamentare, non saranno infatti possibili aumenti a pioggia delle paghe di poliziotti, carabinieri e militari delle varie specialità, a meno che questi non siano consentiti dalle autorità cui è affidato il compito di determinare il limite di crescita della spesa pubblica nel suo complesso. A noi questo pare un elemento di grande responsabilità. La Lega Nord, infatti, non ha mai apprezzato il ricorso al privilegio ed all'aumento retributivo alimentato dalle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, cui, di tanto in tanto, come possono e molto sommessamente, si aggregano da buone ultime anche le Forze armate.
Il meccanismo è a tutti noi noto. Non appena la Polizia di Stato ottiene miglioramenti grazie al dinamismo delle sue rappresentanze sindacali, si attiva la lobby dei Carabinieri che, giustamente, reclama la piena equiparazione. Le altre Forze armate chiudono il processo che, però, tende subito a ricominciare con la stessa dinamica alla fine del ciclo, quasi senza soluzione di continuità.
Le due proposte di legge originariamente portate all'esame della I e della IV Commissione muovevano nella direzione del riordino complessivo dei ruoli interni alle Forze armate, all'Arma dei carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Guardia di finanza, alla Polizia penitenziaria. L'idea, sopravvissuta anche all'interno del testo unitario approvato dalle Commissioni, era di porre, in qualche modo, sotto controllo queste spirali, stabilendo posizioni perfettamente equiparate all'interno delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare.
Questo intento razionalizzatore è condiviso dalla Lega Nord, che per questo motivo sosterrà l'approvazione del provvedimento, ma non senza mettere in guardia il Governo e tutte le forze politiche rispetto al rischio che l'equiparazione possa, un domani, essere travisata per velocizzare anziché moderare la trasmissione al personale militare degli incrementi retributivi ottenuti dalle polizie ad ordinamento civile che sono sindacalizzate.
Questo è il pericolo. Proprio per questo motivo sarà di fondamentale importanza il ruolo che il Parlamento potrà svolgere, quando verranno sottoposti alle Camere i testi dei decreti delega predisposti dal Governo.
Ancorché strutturato su soli tre articoli, il testo unitario messo a punto dal Comitato ristretto è in effetti un provvedimento corposo e complesso, che prevede una molteplicità di deleghe legislative non sempre chiarissime, come ha rilevato lo stesso Comitato per la legislazione.
L'articolo 1 contiene la delega legislativa vera e propria per il riordino dei ruoli del personale. Si stabilisce che debba avvenire in modo omogeneo rispetto a quanto previsto nel resto della pubblica amministrazione. Per il personale dirigente e direttivo delle Forze armate e di polizia è, altresì, prevista l'armonizzazione con il trattamento riservato alla dirigenza pubblica nel suo complesso. Disposizioni di dettaglio riguardano la facoltà per l'Esercito, la Marina e l'Aeronautica di continuare a ricorrere ad ulteriori metodi per l'alimentazione dei gradi di sergente e corrispondente.
Ma, al cuore di tutto sembra essere la norma contenuta nel comma 2, lettera p), dell'articolo 1. Sono in cantiere, infatti, interventi perequativi economici e di altra natura per allineare le carriere delle Forze di polizia e quelle delle Forze armate. Il principio è affermato in relazione ad ispettori e marescialli, ma potrebbe essere il grimaldello che apre la via ad una futura generalizzazione.
In sé il principio appare condivisibile, ma occorre che il legislatore e le parti in causa lo rispettino senza cedimenti, per farne l'elemento di freno della spirale rivendicativa, anziché il suo motore. Proprio per questo è importante la disposizione secondo la quale gli stanziamenti addizionali non potranno sfondare le compatibilità macroeconomiche accertate in sede di esame del DPEF.
È prevista anche l'unificazione del ruolo dirigenziale con quello tecnico-scientifico e sanitario. L'articolo 2 concerne il trattamento economico e giuridico del personale dirigente delle Forze armate e di Polizia, ed aggancia le retribuzioni agli incrementi ottenuti nell'anno precedente dalla dirigenza pubblica nel suo complesso, introducendo una specie di scala mobile tarata su questi emolumenti. Questo francamente è l'aspetto che ci piace di meno di tutta la costruzione, mentre invece salutiamo con favore il fatto che sia prevista la revisione delle indennità operative (di grande valore attualmente), dato il notevole impiego delle Forze armate in teatri ad alti rischi.
È infatti giusto pagare di più chi lavora di più, e chi rischia di più. Il nostro movimento voterà quindi a favore, riservandosi tuttavia di modificare la propria posizione qualora, in sede di esercizio della deleghe legislative, le finalità di moderazione e controllo della spirale rivendicativa venissero travisate. È nostra opinione che occorre creare un sistema di certezze all'interno del mondo militare, delle Forze di polizia. Agli uomini delle Forze dell'ordine delle Forze armate dovrà essere riconosciuta pari dignità a tutti livelli, remunerando l'efficienza e l'esposizione al pericolo, senza che però vengano poste a rischio le risorse che servono ad altre voci importanti, come l'acquisizione di mezzi e l'addestramento, così duramente penalizzate, negli ultimi anni, a causa della difficile congiuntura economica (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, invito il relatore per la I Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Per quanto riguarda l'esame dell'articolo 1, il parere è contrario sui seguenti emendamenti: Bressa 1.60; Minniti 1.1. Per quanto riguarda l'emendamento Pisa 1.80, se esso verrà riformulato il parere è favorevole, altrimenti il parere contrario. La riformulazione attiene alla sostituzione della parola «allineamento» con le parole: «sostanziale equiordinazione». Il parere è contrario sull'emendamento Bressa 1.61. Il parere è favorevole sull'emendamento 1.200. Il parere è contrario sui seguenti emendamenti: Molinari 1.6; Pinotti 1.62; Ruzzante 1.79. Il parere è favorevole sull'emendamento Lavagnini 1.71. Il parere è contrario sui seguenti emendamenti: Amici 1.65; Lumia 1.67; Mazzoni 1.66; Luongo 1.68; Molinari 1.14...

PRESIDENTE. Mi pare che gli emendamenti Molinari 1.6 e Molinari 1.14 siano stati ritirati.

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Molto bene. Il parere è altresì contrario sui seguenti emendamenti: Molinari 1.17; Mazzoni 1.69; Molinari 1.63; Rotundo 1.64; Molinari 1.19. Il parere è favorevole sull'emendamento Lavagnini 1.72. Il parere delle Commissioni è altresì contrario sui seguenti emendamenti: De Brasi 1.70; Molinari 1.21; Molinari 1.22. Il parere delle Commissioni è favorevole sull'emendamento 1.201. Le Commissioni raccomandano l'approvazione del loro emendamento 1.250. Il parere delle Commissioni è contrario sui seguenti emendamenti: Mazzoni 1.74; Lucidi 1.29; Molinari 1.30; Minniti 1.36; Leoni 1.75; Pinotti 1.76; Angioni 1.77; Molinari 1.41; Molinari 1.42.
Le Commissioni esprimono altresì parere contrario sugli emendamenti Pisa 1.46, Pinotti 1.47, Ruzzante 1.78, Lumia 1.48, Luongo 1.49 e Rotundo 1.50, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento 1.202 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento).

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Anche il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, ad eccezione dell'emendamento Pisa 1.80, se riformulato nel senso di sostituire la parola: «l'allineamento» con le seguenti: «la sostanziale equiordinazione» e degli emendamenti 1.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento) e Lavagnini 1.71 e 1.72, 1.201 e 1.202 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento), sui quali il parere è favorevole, nonché dell'emendamento 1.250 delle Commissioni, accettato dal Governo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bressa 1.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, siamo al termine di questa legislatura e ci troviamo finalmente ad affrontare temi che riguardano il comparto sicurezza. Un po' tardi, probabilmente irrimediabilmente tardi!
In particolare, affrontiamo un provvedimento che avrebbe l'ambizione di riordinare le carriere, ma che nella realtà dei fatti produce solo motivi di profondo scontento tra gli operatori della sicurezza. Oltretutto, questo provvedimento, rappresentando l'unico intervento di una qualche sostanza che ha investito il tema del comparto sicurezza, paga la colpa di non essere stato accompagnato da altre necessarie misure per sistemare tale comparto.
Il comparto sicurezza, colleghi, è estremamente importante per la vita dei cittadini della Repubblica, in quanto regola l'attività, la vita, l'operatività di 450 mila operatori chiamati a difendere il nostro paese all'interno e all'esterno dei propri confini. Si tratta di un settore che, in questi cinque anni, non ha visto alcun provvedimento che perseguisse l'obiettivo di modernizzare i comportamenti da parte di Governo e Parlamento rispetto alle attese degli operatori della sicurezza.
Da tempo si parla - vi è una mia proposta di legge depositata fin dai primi giorni di questa legislatura - di giungere ad una separazione tra il comparto sicurezza e il comparto difesa, pur confermando una unità di indirizzo. Tuttavia, non si è voluto fare nulla in tal senso e si è sbagliato profondamente, perché la separazione del comparto costituisce lo strumento che consente di soddisfare le richieste degli operatori della polizia e delle Forze armate.
Oramai i corpi di polizia ad ordinamento civile o militare e le Forze armate hanno compiti e funzioni che sono, sia strutturalmente sia funzionalmente, diverse e che non possono più essere ricondotte ad unità di comportamento; infatti, un'unità di azione in questo settore significa inevitabilmente premiare un comparto e penalizzarne un altro. Vi era dunque l'esigenza di operare questa scelta importante, ma non lo si è voluto fare. Si sarebbe dovuto rimettere mano alle procedure di contrattazione, affidando al Ministero della funzione pubblica un ruolo primario al riguardo. Affidare alla funzione pubblica e, quindi, alla Presidenza del Consiglio dei ministri un compito di coordinamento effettivo e reale, senza ledere l'autonomia delle amministrazioni, avrebbe consentito di individuare un luogo nel quale il Governo potesse dare indirizzi politici veri e garantire che questi fossero rispettati in sede di contrattazione. Eppure, non si è voluto fare questo.
C'era da risolvere il problema delle rappresentanze militari, consentendo ad esse di avere davvero, per la prima volta, una personalità giuridica, una soggettività giuridica e, pertanto, di essere in grado di tutelare per davvero gli interessi del personale delle Forze armate e delle polizie ad ordinamento militare, ma non si è fatto neppure questo. Si arriva, invece, all'ultima settimana parlamentare utile, «in zona Cesarini», ad un provvedimento di riordino che ha - lo ripeto - le ambizioni straordinarie, ma che fornisce risposte assolutamente non accettabili.
Il primo problema che ci troviamo ad affrontare riguarda la questione delle risorse finanziarie; il provvedimento che giunge alla nostra attenzione è infatti privo di una relazione tecnica. Abbiamo assistito a relazioni «esoteriche» e si deve alla buona volontà dei due relatori l'aver prodotto dei documenti informali che, comunque, ci hanno fatto capire che, di fronte all'ambizione del progetto, non vi sono risorse sufficienti. Gli emendamenti proposti dalla Commissione bilancio stanno tutti ad indicare che le risorse a disposizione sono largamente insufficienti e, soprattutto, potrebbero consentire di risolvere i problemi solo di una minoranza degli operatori della sicurezza, mentre la stragrande maggioranza di essi non sarebbe coinvolta negli interventi previsti.
Si potrebbe continuare lungo questa linea di critica al provvedimento. Tuttavia, io mi limito ad invitare la maggioranza a votare questo nostro emendamento. Se andremo al Governo tra qualche mese (Commenti dell'onorevole Saia)... No, magari in un prossimo intervento vi spiegherò anche questo!

PRESIDENTE. L'aspettiamo trepidanti ...

GIANCLAUDIO BRESSA. Questo nostro emendamento consente, attraverso il differimento del termine della delega ad un momento successivo alla nuova finanziaria, un riordino contestuale di tutti i ruoli, compresi quelli di base, e quindi non solo di alcuni, come voi fate adesso, prevedendo un differimento per la maggior parte degli operatori a fantomatiche nuove fasi da attuarsi con fantomatiche nuove risorse. Bisogna invece garantire da subito interventi perequativi anche per ciò che attiene le opportunità di carriera, per tutti e non solo per qualcuno.
Il nostro emendamento prevede distinte modalità negoziali di concertazione, ovvero la separazione dei comparti come unico strumento idoneo a garantire che il rispetto della specificità di ciascun corpo non gravi sugli altri corpi ed amministrazioni.
Infine, si prevede la contrattualizzazione della dirigenza, con l'inclusione in essa di tutti funzionari ed evitando i «pasticci» che, invece, ci proponete voi; quindi, approvando il nostro emendamento, avrete un'occasione importante di consegnare al Parlamento futuro qualche cosa su cui sia possibile lavorare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bressa. Ha parlato due minuti in più del tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor presidente come risulta agli atti di questo Parlamento, noi abbiamo più volte chiesto nel corso della legislatura che venisse affrontato il riordino delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate. Si tratta di un intervento molto sentito, di cui si avverte la necessità.
Tuttavia, pensavamo e pensiamo che questo delicato passaggio non dovesse essere affrontato in questo modo. Siamo a fine legislatura - ormai mancano pochi giorni - e l'esito di questo provvedimento è particolarmente incerto. La stessa maggioranza e lo stesso Governo sanno che difficilmente potrà essere approvato dal Senato. Starei quasi per dire che ci troviamo di fronte ad una pubblica presa in giro degli operatori delle Forze di polizia e delle Forze armate italiane.
Non così doveva essere fatto, perché abbiamo di fronte un provvedimento che, come hanno detto sia il collega Bressa sia il collega Ruzzante, è privo di copertura finanziaria, e dii relazione tecnica; peraltro su di esso la Commissione giustizia ha espresso parere contrario. Ci troviamo quindi di fronte ad un impianto normativo che non sappiamo neanche quanto costa. Il Sole 24 Ore, solitamente ben informato, ha scritto che costerà circa un miliardo di euro, mentre la copertura effettiva è meno del 10 per cento, percentuale, peraltro, che sarebbe completamente assorbita dai contratti delle Forze di polizia e delle Forze armate. Ci sarebbe quasi da dire, se dovessimo utilizzare la legge approvata proprio ieri in questo Parlamento, che coloro che hanno realizzato questo scippo dovrebbero essere colpiti, anche duramente, per legittima difesa.
Siamo di fronte ad un'operazione confusa, incerta, senza coperture finanziarie, che non avrà un esito parlamentare e che fa registrare un consenso prossimo allo zero. Ieri, tutti i sindacati di polizia, tutti i sindacati penitenziari, i COCER hanno manifestato il loro dissenso. Vorrei fare presente agli amici e colleghi di Alleanza nazionale che in quella manifestazione era presente anche l'UGL: se anche l'UGL si schiera contro, vuol dire che qualcosa che non funziona probabilmente c'è. Tutti contrari ad un provvedimento di riordino, e nessun consenso: non si era mai visto in Parlamento! Invece, voi pensate di andare avanti ma così facendo produrrete nuove ingiustizie e nuove iniquità.
Non si tratta di un provvedimento giusto: esso lacera ulteriormente il corpo delle Forze di polizia e delle Forze armate e in questo momento di tutto vi era bisogno tranne che di questo. In sostanza, vi state assumendo una gravissima responsabilità. So bene che a fine legislatura spesso si votano provvedimenti-bandiera e questo, lo sapete bene, è proprio un provvedimento di questa natura, ma, colleghi della maggioranza, in questo caso la «bandiera» è bucata. State presentando agli operatori delle Forze di polizia e delle Forze armate una «bandiera» bucata. Pagherete per questo anche un caro prezzo politico ed elettorale, ma, come si dice in questi casi, contenti voi, contenti tutti (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Presidente, riprendo i temi sollevati dai colleghi in riferimento all'appoggio a questo emendamento. Anche io voglio sottolineare il carattere incomprensibile della determinazione con cui la maggioranza vuole portare a termine l'iter di questo provvedimento. Si tratta di una determinazione veramente incomprensibile sia per le ragioni di metodo e di merito che sono state già richiamate, sia, soprattutto, in ragione del grandissimo disagio e della posizione contraria con cui le categorie interessate, gli operatori dei due comparti, le rappresentanze sia dei sindacati di polizia sia delle rappresentanze militari, hanno reagito e stanno reagendo al provvedimento stesso.
Non c'è alcun accordo con le categorie interessate, anzi vi è da parte loro un rigetto collettivo amplissimo che rasenta il 90 per cento. Si registra, inoltre, un'esposizione pubblica di queste categorie, tradizionalmente poco inclini ad esporsi rispetto alle problematiche che le riguardano, senza precedenti.
Tenuto conto di tutto ciò, ritengo non vi sia alcuna spiegazione razionale che giustifichi l'atteggiamento tenuto della maggioranza la quale, invece, dovrebbe assumersi la responsabilità di cercare di risolvere le problematiche di tipo sociale, le insofferenze e il disagio che in maniera così ampia si stanno manifestando contro il provvedimento in esame. Per tali motivi, l'approvazione dell'emendamento Bressa 1.60 potrebbe offrire un contesto di razionalizzazione su cui perlomeno iniziare a riflettere al fine di dare una risposta ai problemi di lungo periodo per risolvere i quali non è sufficiente un provvedimento, come quello in esame, che presenta lacune di metodo, di merito e di relazione con le categorie di soggetti interessati.
L'emendamento in esame si pone, in primo luogo, l'obiettivo di ovviare alle incongruenze e alle contraddizioni contenute nel testo di delega, ponendo in rilievo un primo aspetto essenziale su cui fare chiarezza. Faccio riferimento all'opportunità di prevedere l'istituzione di due distinte procedure negoziali o di concertazione, valorizzando le specificità dell'appartenenza al comparto della sicurezza ed a quello della difesa. Le ragioni, oramai del tutto evidenti, che spingono ad agire in questa direzione si rinvengono nel fatto che questi due «pezzi» dell'apparato dello Stato sono strutturalmente e funzionalmente sempre più diversi; conseguentemente, essi necessitano che si impostino e si realizzino, nel ridefinire complessivamente il loro contesto normativo, procedure negoziali completamente distinte nei due casi.
In secondo luogo, l'emendamento in questione offre una risposta, un terreno di ricollocazione per i problemi che verrebbero a crearsi laddove «passasse» questo caotico e incomprensibile riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, e a tutta la sequela di frustrazioni che ne seguirebbe in ordine sia alla penalizzazione, nell'accorpamento delle carriere, dei ruoli superiori sia al disconoscimento, di fatto, di professionalità già operative.
Per tutti questi motivi, invito i colleghi della maggioranza a riflettere e, conseguentemente, ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento Bressa 1.60.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 1.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 385
Maggioranza 193
Hanno votato
182
Hanno votato
no 203).
 

Prendo atto che l'onorevole Ciro Alfano non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Minniti 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, i Democratici di sinistra credono fortemente nell'importanza di approvare un provvedimento che preveda il riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. Per tale motivo abbiamo voluto fortemente che il provvedimento fosse posto all'esame delle Commissioni competenti.
Abbiamo fermamente insistito affinché si guardasse al complesso delle Forze di polizia e delle Forze armate (ricordo, a questo proposito, che proposte di legge presentate da colleghi della maggioranza escludevano alcuni corpi delle Forze armate o delle Forze di polizia). Volevamo che fosse elaborato un provvedimento organico, un provvedimento che riuscisse a considerare nel suo insieme i profili di carriera che interessano tutto il personale. Perché questo? Se non capiamo le ragioni di tale insistenza, che tuttora ribadiamo, non capiremo mai le ragioni della nostra opposizione al provvedimento in esame.
La richiesta di un provvedimento organico di riordino delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate proviene da tutti i corpi, da tutte le rappresentanze, sia quelle militari sia quelle sindacali. Infatti, il personale è stanco - credo lo sia anche il Parlamento - di provvedimenti che, susseguendosi nel tempo, cercano di rispondere alle emergenze che si presentano, di sanare le sperequazioni ed i disallineamenti tra personale appartenente allo stesso corpo o tra il personale delle Forze di polizia e quello delle Forze armate. Questo modo di procedere crea uno scontento che non viene mai eliminato, perché, mentre si risolve un problema, se ne crea subito un altro!
Proprio l'anno scorso, in occasione dell'esame del decreto-legge in materia di riallineamento dei marescialli delle Forze armate, condividemmo tutti l'esigenza di chiedere al Governo un impegno per un progetto complessivo di riordino. Allora, qual è il motivo per cui, oggi, ci opponiamo al provvedimento in esame? Qual è il motivo per cui il provvedimento viene contrastato, anche dall'esterno, proprio dal personale delle Forze di polizia e delle Forze armate? Il fatto è che quello in esame non è un provvedimento organico di riordino, ma un provvedimento parziale, che non dà soddisfazione a tutto il personale e che, ancora una volta, affronta soltanto parzialmente le domande che il personale pone, peraltro in maniera del tutto insoddisfacente. Ciò che accade è abbastanza buffo, direi paradossale: anziché creare armonia tra il personale, obiettivo che ci prefiggevamo, produciamo maggiore divisione!
Le proteste che si sono avute, non soltanto ieri o ieri l'altro, ma anche nei mesi scorsi, davanti al Parlamento ci invitavano a riflettere esattamente sulla realtà che ho evidenziato. Il personale non ci riconosce! Nel comportamento della maggioranza e del Governo, c'è una sorta di «patria potestà legislativa»: si decide qual è il bene del personale. È un po' come dare al personale l'olio di ricino! Agli appartenenti alle Forze di polizia ed alle Forze armate stiamo dicendo: guardate che è cattivo, lo riconosciamo; però, vi diciamo che vi farà bene; quindi, vi invitiamo ad inghiottirlo, a deglutirlo, a mandarlo giù fino in fondo; vedrete che ci sarete riconoscenti!
Ebbene, colleghi, non credo che sia questo il modo di procedere: non è un modo serio, lasciatecelo dire!

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA (ore 11,33)

MARCELLA LUCIDI. Tutti gli emendamenti che abbiamo presentato relativamente alla disciplina normativa (parleremo in seguito della parte economica, riguardo alla quale qualcosa è stato già detto) sono volti ...

PRESIDENTE. Onorevole Lucidi...

MARCELLA LUCIDI. ... a sanare le anomalie che avete creato. È questo il significato dell'emendamento in esame, che vi chiediamo di approvare (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, l'emendamento in esame sembra formale - con riferimento ai decreti legislativi da emanare, esso propone di sostituire alle parole: «uno o più» le seguenti: «due distinti» -, ma ha un profondo significato.
Voglio richiamare quanto già osservato in precedenza. Continuare ad immaginare di affrontare i temi del comparto sicurezza in maniera convenzionale è quanto mai rischioso. Alla chiusura dell'ultimo contratto, concluso dal Governo Amato nel febbraio 2001, era stato assunto da parte dell'Esecutivo l'impegno ad intervenire attraverso lo strumento della delega e ad effettuare il riordino, demandando alla successiva legge finanziaria la definizione delle risorse. Che cos'è accaduto? È accaduto che il Governo Berlusconi, succeduto al Governo Amato, nel momento in cui ha dovuto applicare questa delega per il riordino lo ha fatto impegnando somme estremamente esigue rispetto all'operazione. Quell'operazione aveva un costo di circa 2 mila miliardi di lire - il miliardo di euro attualmente stimato dal Il Sole 24 Ore - e voi metteste a disposizione qualcosa come 165 miliardi. Adottaste quel provvedimento di riallineamento e ciò provocò ulteriori danni all'interno del sistema. In altri termini, avete perpetuato quella eterna rincorsa tra le carriere, i ruoli, le Forze armate e le Forze di polizia che ci ha portato alla giungla retributiva attuale, con un sostanziale disallineamento tra persone che svolgono le stesse funzioni ma percepiscono retribuzioni diverse.
Il tentativo di correggere questa situazione, con il provvedimento oggi all'esame, significa perseverare in un errore di fondo. Non è pensabile, infatti, riuscire a mettere mano a questi argomenti e questioni con meccanismi di tipo tradizionale. Ritengo ci sia bisogno di uno slancio e di uno sforzo di fantasia, il primo dei quali consiste nel procedere alla separazione dei comparti ed il secondo nella riforma della contrattazione, per affidare al contratto la possibilità di intervenire anche su aspetti ordinamentali. Nel quadro di una delega chiara affidata al Governo - quindi, con riferimenti normativi precisi - è la negoziazione che consente di produrre operazioni che portano al riallineamento ed alla perequazione, perché le risorse sono scarse, sia per questo Governo, sia per quelli che verranno, sia per quelli che lo hanno preceduto. Però, è necessario fornire una risposta vera alle domande vere del comparto sicurezza.
Se andremo al Governo - lo ripeto - il nostro approccio sarà completamente diverso: procederemo alla separazione dei comparti, procederemo ad una riformulazione delle procedure negoziali e sarà quella la sede nella quale si potrà provvedere a sistemare tale situazione, che voi continuate ad affrontare e ad agitare come una bandiera senza essere in grado, però, di dare una risposta attendibile agli operatori delle Forze di polizia.
Ci troviamo di fronte alle reazioni delle organizzazioni sindacali di polizia - che non riferisco perché non è il momento per farlo - le quali, per il 90 per cento (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Ma dai!

GIANCLAUDIO BRESSA. È inutile che facciate così, ci sono i fatti! Ad eccezione del SAP e del SAPAF, al quale è iscritta la metà del Corpo forestale dello Stato...

LUIGI RAMPONI. No, della polizia!

GIANCLAUDIO BRESSA. Non confonda, generale: il SAPAF è il sindacato autonomo del Corpo forestale dello Stato; il SAP è il sindacato autonomo della polizia cui è iscritto, credo, il 16 o il 17 per cento delle forze della Polizia di Stato.
In ogni caso, il 90 per cento delle sigle sindacali dell'intero comparto, l'altro giorno, presso il Ministero della funzione pubblica, ha chiesto la sospensione della trattativa perché contraria a questo provvedimento ed ha chiesto un incontro con il Governo perché quest'ultimo chiarisca il contenuto della normativa proposta. Quando ciò accade, il campanello d'allarme dovrebbe suonare a casa vostra! State adottando un provvedimento che non è accettato da nessuno! Quando i rappresentanti dei COCER manifestano individualmente - perché in altro modo non posso farlo - la loro contrarietà, su di esso, il campanello d'allarme dovrebbe suonare al vostro interno e avvertirvi che state facendo qualcosa contro la volontà dei poliziotti, dei carabinieri, dei finanzieri, delle guardie forestali e della polizia penitenziaria, cioè contro quelle persone che sono tutti giorni sulla strada e che voi cercate, o affermate, di tutelare e che, invece, avete preso in giro fino ad oggi! La massima e suprema presa in giro è quella di voler affrontare oggi l'esame di questo provvedimento sapendo che non diventerà mai legge.
Infatti, anche con la «proroga» dei lavori parlamentari che forse verrà stabilita per le due prossime settimane, non vi sarebbero più i tempi per trasformare la proposta in legge; è il più grave insulto che avete recato a 450 mila operatori del comparto sicurezza (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Minniti 1.1 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato
188
Hanno votato
no 215).
 

Passiamo all'emendamento Pisa 1.80.
Avverto che le Commissioni ed il Governo hanno subordinato il loro parere favorevole all'accoglimento di una riformulazione nel senso di sostituire la parola «allineamento» con le seguenti «sostanziale equiordinazione».
Onorevole Pisa, accetta la riformulazione del suo emendamento proposta dal relatore e dal Governo?

SILVANA PISA. No, signor Presidente, e chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANA PISA. Mi permetterei di insistere nei confronti del Governo affinché accolga la formulazione originaria dell'emendamento o, tutt'al più, comunque sull'opportunità di sostituire la parola «allineamento» con il termine «equivalente». Voglio spiegare anche brevemente i motivi della mia posizione.
Si tratta di un emendamento di carattere generale: non comporta oneri e prefigura un criterio. Infatti, chiede che, per evitare sperequazioni sui trattamenti economici, gli stessi devono essere equivalenti; equivalenti: non si deve, perciò, indicare questo termine generico che si applica solo alla carriera.
Riteniamo, dunque, che si tratti di un dato importante, a mio avviso anche per questa maggioranza, in quanto permette ad essa, su un provvedimento molto discusso tra gli operatori, di aprire, per così dire, una finestra rispetto all'esercizio della delega. Infatti, se anche questa normativa può originare - e gli operatori dovessero ritenerlo - talune sperequazioni, si intende, comunque, in futuro, porvi rimedio con l'adozione di una misura di carattere generale. Dunque, ripeto, si tratterebbe di una modifica importante; infatti, se la legislazione che seguirà in attuazione di questa legge delega dovesse creare ulteriori ingiustizie, ciò potrebbe avvantaggiare un corpo o un qualche segmento, ma andrebbe a detrimento di tutto il comparto. Dunque, è opportuno per tutti che rimanga una situazione di equilibrio, se vogliamo mettere i giovani nella condizione di scegliere il loro futuro non in base a criteri incomprensibili ma sulla base delle loro tendenze e di requisiti oggettivi. Dunque, il sistema di reclutamento odierno in qualche modo impone anche a chi vuole entrare nella Polizia di effettuare la ferma volontaria prefissata per alcuni anni, con inevitabili riflessi sulla carriera ed anche sul percorso previdenziale.
Quindi, l'emendamento risponde ad una esigenza di carattere generale e ritengo sarebbe anche un segno dato nei confronti dell'opposizione, visto che non avete approvato alcuno tra gli emendamenti da essa presentati.
Invito quindi ad esprimere un voto favorevole su questo emendamento anche perché in sede referente la proposta aveva ricevuto attenzione. Ripeto: noi accoglieremmo un eventuale voto favorevole come un segnale positivo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Invito il relatore per la I Commissione a precisare il parere delle Commissioni sull'emendamento Pisa 1.80.

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti,
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisa 1.80, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato
189
Hanno votato
no 217).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bressa 1.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.
 

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, l'atteggiamento del Governo e della maggioranza dimostra la genericità dell'azione normativa proposta. Stiamo affrontando una questione delicatissima, quale è quella della contrattualizzazione della dirigenza. Ora, voi non avete avuto la capacità di definire quali sono i veri criteri direttivi della delega per la dirigenza; stiamo parlando di una dirigenza che presenta caratteristiche e peculiarità assolute, di dirigenti di polizia e militari dei gradi più elevati, che quindi hanno diritto a vedere riconosciuta una loro specificità.
Proprio perché non siete stati in grado di elaborare principi e criteri direttivi ad hoc per questa categoria di dirigenti dello Stato, la cui funzione è delicatissima e non è assimilabile a quella degli altri dirigenti pubblici, l'avete tout court assimilata a quella della dirigenza pubblica, lasciando fuori, per esempio, i criteri ispiratori della carriera prefettizia. Io sostengo da sempre che la carriera dirigenziale del comparto sicurezza deve avere una definizione di caratteristiche sue proprie: questa caratterizzazione avrebbe dovuto essere contenuta nei principi della delega.
A questo punto, visto che fate riferimento ai principi della delega della dirigenza pubblica, almeno richiamate anche i principi ispiratori della delega per la carriera prefettizia e, quanto meno, allargate i meccanismi con i quali intervenire, altrimenti date corso ad una delega che non avrà alcuna possibilità di essere esercitata! Forse, questo è quello che volete: principi impossibili da tradurre in norme. Infatti, è del tutto evidente, ad esempio, che un dirigente del Ministero dell'economia e delle finanze ha caratteristiche e funzioni totalmente diverse da un questore o da un generale dell'Aeronautica. Se voi non riuscite nemmeno a definire questa minima differenza, riconoscendo a questa dirigenza il fatto che deve essere contrattualizzata come tutte le altre dirigenze dello Stato e definendo i contenuti per cui arrivare all'applicazione di questa contrattualizzazione, cercate almeno di operare un riferimento a tutto quanto fino ad oggi è stato fatto, perché altrimenti emerge in maniera trasparente il vostro vero intento: adottare principi e criteri ispiratori per contrattualizzare la carriera dirigenziale che non potranno essere tradotti in norma. Il che significa nessuna contrattualizzazione della dirigenza.
Credo - pensando male si fa peccato ma ci si indovina - che sia esattamente questa la vostra finalità: impedire ai dirigenti del comparto sicurezza di avere un contratto e di avere la possibilità di decidere i contenuti di questa contrattazione. Si tratta di una ennesima presa in giro degli operatori della sicurezza che voi perpetrate attraverso questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, come ha ben spiegato il collega Bressa, con questo emendamento ricondurre richiamare l'applicazione e l'ispirazione del riordino del personale dirigente ai principi di delega introdotti dal Governo per la disciplina del rapporto di impiego del personale della carriera prefettizia. In particolare, quella legge delega, la n. 266 del 1999, ragionava in termini di rafforzamento della specificità e della unitarietà della carriera del personale prefettizio. In particolare, all'articolo 1 era contenuta una previsione che giudichiamo molto importante: il ricorso ad una procedura negoziale tra una delegazione di parte pubblica e le organizzazioni sindacali, quella che comunemente viene definita «contrattualizzazione».
Nel merito, colleghi, non c'è ragione alcuna per negare questa procedura ai dirigenti delle forze di polizia e delle forze armate. È veramente un retaggio ingiustificabile non riconoscere a questo personale le proprie specificità. Voglio chiedere ai colleghi della maggioranza, con quale faccia tornerete dai sindacati di polizia ai quali in questi anni avete detto che credete fortemente nella contrattualizzazione a spiegare perché avete respinto questo emendamento?
Colleghi, non c'è un sindacato che su questo punto non sia d'accordo, nemmeno quelli che non hanno protestato ieri, neanche il SAP, che ha indetto un convegno specificamente su questo tema, al quale i rappresentanti del centrodestra sono intervenuti per dichiarare: «Sì, noi crediamo che nella contrattualizzazione dei dirigenti».
Vorrei ricordare che, in sede di audizione informale dei rappresentanti delle Forze di polizia e delle Forze armate presso le Commissioni competenti - vi invito a rileggere i documenti depositati -, tutti hanno convenuto su tale profilo.
Credo, allora, che si tratti di una questione che investe la vostra responsabilità e la vostra coscienza. Per questi motivi, vi invito a votare a favore dell'emendamento Bressa 1.61, perché da tale scelta dipende non la nostra, ma la vostra serietà.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 1.61, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
187
Hanno votato
no 214).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, approfitto dell'esame di questo emendamento (uno dei primi presentati a seguito delle condizioni formulate dalla Commissione bilancio) per svolgere un ragionamento in ordine alla confusione, manifestatasi anche nel corso dell'iter parlamentare, venutasi a creare sul provvedimento.
Dal momento che, alla fine, giungono in Assemblea gli esiti del lavoro svolto presso le Commissioni, ritengo giusto che i parlamentari che non appartengono alle Commissioni affari costituzionali o difesa sappiano che abbiamo dovuto via via rivedere complessivamente le proposte dei relatori. Nell'ambito di una discussione in cui si ritiene che il confronto parlamentare può condurre a dei miglioramenti, ciò può risultare anche normale; tuttavia, invito i colleghi ad interrogarsi sul modo con cui siano avvenuti, in sede referente, tali cambiamenti.
Vorrei ricordare che venne presentato un primo testo normativo dagli onorevoli relatori, sul quale il Governo nutriva alcune perplessità. Si è quindi interrotto il lavoro delle Commissioni ed è stato successivamente presentato un nuovo provvedimento; tuttavia , anche per distrazione - anche se ciò la dice lunga sul modo con cui, a volte, si procede nell'affrontare temi così importanti -, è stato consegnato ai membri della Camera (sia di maggioranza, sia di opposizione) un testo con la «velina» delle amministrazioni che lo avevano riscritto.
È ovvio che, su una materia così complessa, che riguarda 450 mila operatori e 4 mila dirigenti e che concerne, altresì, questioni come riallineamenti e sperequazioni di carriera e del trattamento economico, vi sia bisogno dell'apporto dei tecnici del settore per ricevere suggerimenti: si tratta di un elemento utile e, per certi versi, inevitabile. Tuttavia, non mi sembra opportuno che si passi dalla proposta politica al fatto che la riscrittura del testo del progetto di legge sia fatta direttamente dalle amministrazioni interessate.
Vorrei segnalare, ad esempio, che le audizioni, in sede di Commissioni, dei COCER e dei sindacati delle Forze di polizia non sono state tenute in alcun conto, e ciò mi sembra che dimostri una modalità di procedere alquanto discutibile. Ma vorrei osservare che non si è trattato dell'unico intervento particolarmente «curioso» operato sul provvedimento in esame.
Vi è stato, infatti, un altro intervento sul progetto di legge in esame, che ritengo molto pesante, ad opera della Commissione bilancio. Come già precedentemente ricordato dall'onorevole Minniti nel suo intervento, un quotidiano in genere ben informato sulle questioni finanziarie, come Il Sole 24 Ore, in un articolo ha osservato che si tratta di un provvedimento che, probabilmente, costerà un miliardo di euro, anche se «sembra» che, attualmente, possano essere disponibili soltanto 175 milioni di euro.
Come «sembra»? È così, onorevoli colleghi, perché, di fatto, stiamo esaminando un progetto di legge importante - che riguarda quei servitori dello Stato sui quali spesso, in questa sede, soprattutto la parte politica che ha proposto il provvedimento in esame fa molta retorica - senza conoscere l'ammontare delle risorse finanziarie disponibili. Infatti, sappiamo soltanto che, nell'ambito della legge finanziaria per il 2004, era previsto un finanziamento in tal senso, costituito da 73 milioni di euro per l'anno 2004, da 118 milioni di euro per il 2005 e da 122 milioni di euro per l'anno 2006.
Peraltro, si tratta di fondi correlati - si affermava - al personale non dirigente. Stiamo discutendo di personale dirigente e non dirigente - di ciò mi compiaccio e ritengo sia utile -, ma con fondi accantonati sul personale non dirigente, tanto che - considerate bene, onorevoli colleghi - nella riscrittura dell'articolo 2 del provvedimento in esame, che si è dovuta fare a seguito delle osservazioni della Commissione bilancio, vi è una formulazione che - devo dire - lascia alquanto dubbiosi. Infatti, in tale formulazione si dice che per ciò che riguarda il trattamento del personale dirigente, il Ministero dell'economia e finanze può definire, d'intesa con il dipartimento, le modalità della delega : può, ossia per dire che si fa una cosa onnicomprensiva, quando non vi sono le risorse necessarie, si forzano addirittura alcuni pareri, costringendo i tecnici ad inserire la clausola «può».

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pinotti.

ROBERTA PINOTTI. Il Presidente mi richiama alla conclusione: debbo concludere.
Vorrei sottolineare solo un dato: se si pensa, ad esempio, ad un aspetto che è inserito nel riordino, ossia l'unificazione dei ruoli degli agenti e degli assistenti con i sovrintendenti e la promozione apicale alla vigilia, a spanne, pensando ad un aumento di ottanta euro lordi, su 290 mila persone interessate, solo tale parte, verrebbe a costare 290 milioni di euro! Ripeto si tratta di una previsione a spanne.
Noi, discutiamo di ciò, non sapendo quali siano le risorse a disposizione. Questo è un dato gravissimo per il Parlamento, ma soprattutto, è grave rispetto alle persone che sono al di fuori di quest'aula, che stanno lavorando e che osservano i provvedimenti che variamo; si tratta di persone alle quali vengono fatte promesse. Quando si decide di discutere provvedimenti in un clima elettorale, perché si vorrebbe affermare che gli impegni assunti sono stati mantenuti, in realtà tali impegni, nei fatti - perché, poi, sono le risorse che contano, se vi sono o no -, mantenuti non sono (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere un'osservazione a quanto detto dall'onorevole Pinotti, tutto condivisibile. Mentre non vi è alcuna certezza di quanto verrà a costare complessivamente l'operazione, anche perché, come abbiamo ricordato, i criteri che voi, colleghi della maggioranza, avete inserito non sono tali da consentire di fare previsioni certe, l'unico aspetto certo è che la Commissione bilancio deve prevedere che tale intervento debba avvenire senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.
Poiché nella finanziaria che dette varato qualche settimana fa avete previsto di prendere fondi e inserirli in questa operazione di riordino, togliendoli al contratto, l'unica certezza che abbiamo è che voi state compiendo questa operazione con i soldi che vi sarebbero serviti per il rinnovo del contratto. Il contratto è scaduto il 31 dicembre 2005. Quindi, avete di fronte a voi un biennio economico da finanziare, dopo che avete concluso l'ultimo contratto con somme che non coprono nemmeno il valore dell'inflazione! Avete, dunque, concluso un contratto, l'ultimo che avete firmato, in cui vi sono somme risibili, che non coprono nemmeno l'effetto dell'inflazione e per i prossimi due anni non avete stanziato un euro per i contratti! Avete stanziato questi quattro soldi...

FILIPPO ASCIERTO. Non è vero!

GIANCLAUDIO BRESSA. Sì che è vero! E lo sai perfettamente anche tu, meglio di me, tanto è vero che eri molto nervoso nel corso dell'approvazione della legge finanziaria, proprio per tali motivi, Ascierto!

FILIPPO ASCIERTO. Li metteremo...!

GIANCLAUDIO BRESSA. Li metterete quando, Ascierto? Li metterete quando?

FILIPPO ASCIERTO. Li metteremo nella prossima finanziaria!

GIANCLAUDIO BRESSA. Avete approvato una finanziaria che stanzia zero euro a disposizione del biennio economico ed una parte piccolissima dei fondi che avete sottratto agli oneri derivanti dal contratto li stanziate per fare questo riordino, per accontentare poche centinaia di persone rispetto a 450 mila operatori che aspettano risposte serie e che voi non siete capaci di dare (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 233
Astenuti 154
Maggioranza 117
Hanno votato
232
Hanno votato
no 1).
 

Prendo atto che l'onorevole Giacco non è riuscito a votare ed avrebbe voluto astenersi.
Prendo altresì atto che gli onorevoli Santino Adamo Loddo e Molinari non sono riusciti a votare.
Ricordo che l'emendamento Molinari 1.6 è stato ritirato.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Pinotti 1.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, questo emendamento serve ad evitare una sperequazione ulteriore. Anche negli interventi svolti dai colleghi che mi hanno preceduto è stato ricordato - da tutti - come esista una protesta profonda di quasi tutte le sigle sindacali, anche del COCER, rispetto a questa proposta di riordino.
Forse, onorevoli colleghi, vi aspettavate che venisse accolto a braccia aperta, questo bluff che state varando.
In realtà, il bluff è stato smascherato e, quindi, non vi è una accoglienza trionfale (anzi, il contrario!).
All'origine delle perplessità espresse dai sindacati e dai COCER vi sono, certamente, le problematiche relative alle risorse che ho esposto in precedenza e che sono conosciute da coloro che si occupano del tema. Vi è anche il fatto che tali scelte sono state compiute in una situazione in cui l'esigenza complessiva di una rivisitazione nasceva da una rincorsa che, in qualche modo, coinvolgeva le figure di cui si sta discutendo rispetto alla polizia di stato, all'Arma dei carabinieri e, successivamente, all'esercito, attraverso una serie di decreti successivi. Vi era, quindi, l'esigenza di creare, finalmente, funzioni chiare, prevedendo i medesimi contributi economici per analoghi profili.
Da questo punto di vista, proponiamo di aggiungere al comma 2, lettera a) dell'articolo 1 un riferimento ai vicesovrintendenti, perché non tutti potranno giungere a ricoprire il ruolo di sovrintendente capo. Unificando la carriera degli agenti sovrintendenti, dobbiamo consentire anche a questi ultimi di poter ottenere una promozione all'atto del congedo, così come è concesso agli altri. Inserendo tale riferimento, che reca giustizia ad una parte del personale (ossia ai sovrintendenti), non si aggiusterebbe il provvedimento in esame (che è difficilmente modificabile), ma si eviterebbe una ulteriore sperequazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pinotti 1.62, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 407
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
194
Hanno votato
no 213).

Prendo atto che l'onorevole Pinto non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruzzante 1.79.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, richiamando le parole della collega Pinotti, credo che il senso di responsabilità rispetto a questo provvedimento dovrebbe indurre tutti noi (certamente, ciò vale per la nostra parte politica) e la Presidenza a chiedere che nel dibattito in corso sia presente il ministro dell'economia e delle finanze o un sottosegretario di tale Ministero. Le questioni di cui stiamo discutendo non sono secondarie e sono ovviamente pertinenti al chiaro limite fissato dalla Costituzione per l'adozione di leggi senza la copertura finanziaria: quelle leggi sono definite incostituzionali.
In tutti gli interventi che svolgerò in merito a questo provvedimento ribadirò tale richiesta: non è sufficiente la presenza in aula del sottosegretario di Stato per l'interno e non è, altresì, sufficiente la presenza del sottosegretario di Stato per la difesa.
Qui la questione è diversa: occorre capire se vi siano o meno le risorse per attuare questo riordino. Lo dico con riferimento alla parte del provvedimento che stiamo esaminando: si intendono spendere (almeno così si dice) le risorse stanziate con la legge finanziaria del 2003. Colleghi, vi ricordo che l'articolo della legge finanziaria che trattava di questo argomento (ossia l'articolo 3, comma 155) stabiliva di disporre somme, relativamente agli anni 2004, 2005 e 2006, con un limite ben individuato. Si parlava di somme da destinare al riordino delle carriere non direttive e non dirigenti.
Questo tema non è secondario ed è uno dei punti rispetto ai quali il personale sta contestando il provvedimento. Tale contestazione riguarda la decisione di impiegare soldi destinati a quelle carriere, distraendoli, ove vi fossero (a nostro parere, non ci sono più e, quindi, l'inganno è maggiore!), ed utilizzandoli per il personale appartenente alla carriera dei funzionari.
Ciò è ben chiaro nell'articolo 1, laddove si dice che, nei limiti delle somme stanziate nel 2003 e senza oneri aggiuntivi, si debba prevedere anche l'unificazione dei ruoli dei funzionari nell'ambito di una carriera di natura dirigenziale.
Colleghi, dove li prendete i soldi per farlo? State violando un limite che la legge finanziaria ci imponeva, ossia di destinare questi soldi a categorie ben determinate. Ma, soprattutto, oggi non sappiamo se quei soldi ci sono ancora.
La collega Pinotti ricordava le nostre preoccupazioni. Lo stesso sindacato autonomo di Polizia sostiene che una parte di quei soldi sono già stati spesi. Ce lo dovete dire, perché noi non sappiamo se quei soldi ci bastano a fare tutto e, soprattutto, se si può avere anche il lusso di destinarli a categorie che originariamente non erano previste.
Questa domanda ricorrerà per tutto il nostro dibattito. Credo che davvero essa meriti una risposta.
Presidente Mastella, le chiedo di verificare se c'è la possibilità che un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze sia presente in quest'aula, perché non abbiamo nessuna certezza che i soldi ci siano. Lo dice anche la Commissione bilancio, la quale nella motivazione del suo parere afferma che è necessario consentire un'accurata verifica della sostenibilità finanziaria della delega conferita al Governo.
È possibile rinviare la verifica della sostenibilità finanziaria a un domani, quando abbiamo un vincolo costituzionale a trovare oggi i soldi che servono per dare copertura a questo provvedimento?
Il tema è serio. Tranquillamente diteci che i soldi ci sono e rassicurateci, altrimenti sembra un po' come quei prodotti dei quali si incoraggia l'acquisto promettendo premi, poi, puntualmente, quando si gratta o si apre il prodotto, si trova scritto: non hai vinto, ritenta.
Voi lo state facendo nei confronti del personale. Lo state incoraggiando a sostenere un progetto politico che è del tutto privo di copertura e, quindi, chiaramente, dietro quell'incoraggiamento ad un eventuale acquisto, si rivelerà la delusione e l'inganno (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Onorevole Lucidi, debbo dirle che il Governo si fa rappresentare da chi ritiene. La Presidenza non può intervenire al riguardo o imporre qualcosa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruzzante 1.79, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Hanno votato
192
Hanno votato
no 216).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagnini 1.71, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 236
Astenuti 173
Maggioranza 119
Hanno votato
233
Hanno votato
no 3).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 1.65.
Avverto che il gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo ha esaurito il tempo assegnato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisa. Ne ha facoltà.

SILVANA PISA. Credo che più ci inoltriamo nell'esame di questo provvedimento e più appare che il riordino è tale solo a parole ma, in realtà, presenta tantissime sperequazioni tra Forze armate, Carabinieri e Polizia per ciò che riguarda il trattamento economico ai fini previdenziali, ma anche per la progressione di carriera.
Il nostro emendamento mira ad evitare questa sperequazione, che è aumentata con l'abolizione della leva obbligatoria ed il passaggio all'esercito volontario. Lo dicevo già parlando sull'emendamento precedente.
Il meccanismo di arruolamento per coloro che desiderano entrare nell'Arma dei carabinieri, nelle Forze di polizia, nella Guardia di finanza e in tutti gli altri corpi, prevede una sorta di servizio militare obbligatorio di un anno con concorso o di quattro anni, che non risultano ai fini dell'anzianità.
Questa normativa è, dunque, punitiva; il provvedimento in esame avrebbe potuto mettere ordine su questo e non l'ha fatto.
Il nostro emendamento prevede una valorizzazione economica e funzionale che tenga conto proprio del servizio prestato nelle Forze armate. Prevede anche che le modalità di accesso alla carriera non siano penalizzate, perché così verrebbe ad essere, per le aspettative del personale di polizia per quanto riguarda il rapporto fra l'intero ruolo e le qualifiche ed i gradi apicali. Mi riferisco, ad esempio, agli ispettori superiori ed ai gradi equiparati: per la Polizia di Stato gli apicali sono il 25 per cento del totale degli ispettori, mentre per l'Arma dei carabinieri sono il 46 per cento e per la Guardia di finanza sono, addirittura, il 52 per cento del totale. Dunque, nella Polizia di Stato può diventare ispettore apicale solo una persona su quattro, mentre nell'Arma dei carabinieri possono diventare ispettori apicali due marescialli su quattro.

PRESIDENTE. Onorevole Pisa...

SILVANA PISA. Una legge di riordino - e concludo, signor Presidente - deve tenere conto di tutto questo.
Chiediamo, pertanto, ai colleghi di votare a favore dell'emendamento in esame perché non c'è ragione per tale sperequazione, altrimenti è chiaro che i poliziotti si sentono presi in giro e vi fischiano (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, vorrei rafforzare le considerazioni già svolte dalla collega Pisa che ha messo in evidenza un elemento di grandissima incidenza su processi di ulteriore sperequazione tra personale delle Forze armate e personale della Polizia di Stato. Già vi erano sperequazioni significative tra questi due comparti, cioè tra il personale che entrava a far parte in via ordinaria della Polizia di Stato e quello che, sempre in via ordinaria, entrava a far parte delle forze di polizia ad ordinamento militare. Ora, dopo l'approvazione della legge n. 226 relativa alla sospensione del servizio obbligatorio di leva e della norma - che noi abbiamo contrastato e sulla quale ribadisco un giudizio assolutamente negativo - secondo cui per accedere alle qualifiche e gradi iniziali di tutte le forze di polizia è necessario aver prestato servizio come volontari in ferma prefissata di un anno o in ferma prefissata quadriennale dell'esercito, della marina e dell'aeronautica, le sperequazioni tenderanno a crescere ed il riordino che proponete non fa che confermare la situazione.
In pratica, se si resta nelle Forze armate dopo aver prestato il servizio di leva volontaria gli anni di servizio servono tutti sia per la progressione economica, sia per la carriera; invece, se si passa nei ranghi della polizia servono soltanto per la progressione economica e non per la carriera. Di conseguenza, si configura un aggravio delle sperequazioni che non può che rendere ancora più complicate le dinamiche complessive dei rapporti tra i vari corpi dello Stato.
Pertanto, penso sia assolutamente necessario approvare l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.
 

GIANCLAUDIO BRESSA. Sono consapevole che attendete con ansia i miei interventi e per questo non vi deludo (Commenti del deputato Antonio Leone). Hai fatto bene, perché sarà un intervento che ti interesserà particolarmente.
Abbiamo deciso di presentare una serie di emendamenti nel tentativo di tamponare i molti difetti contenuti nel vostro provvedimento. Ma, un emendamento come quello ora al nostro esame, che ha una sua sacrosanta ragione, dovrebbe indurvi a capire l'assoluta follia di quanto state facendo, la macchinosità incredibile che questa operazione di riordino porta con sé. Sto parlando ovviamente di follia normativa.
Ciò di cui vi è veramente bisogno per il comparto sicurezza è avere alcune certezze, alcuni elementi di forte semplificazione. Non è pensabile continuare a questo gioco di rincorse successive per cui le carriere sono diventate una giungla inestricabile, da cui non si può - diciamo così - uscire vivi.
Vi sarebbe bisogno - come ho detto ripetutamente - di pochi e semplici interventi: separazione del comparto, ridefinizione delle modalità contrattuali, potere contrattuale vero alle rappresentanze militari e affidamento alla negoziazione della possibilità di giungere alla semplificazione. La struttura del salario dovrebbe contenere in sé gli elementi per soddisfare le esigenze delle categorie degli operatori della sicurezza.
L'unica cosa che veramente servirebbe per il riordino delle carriere sarebbe regolamentare in maniera semplice il passaggio da un ruolo all'altro, fare carriere aperte in modo tale che chi entra sia consapevole di avere, in dieci venti o trent'anni, una progressione di carriera non preclusa dalle «gabbie» ora esistenti. Fare ciò significherebbe avere le idee chiare sul comparto sicurezza, mentre questi cinque anni ed i lavori di oggi dimostrano che la maggioranza tutto ha meno che le idee chiare sul comparto sicurezza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 1.65, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
183
Hanno votato
no 216).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lumia 1.67.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lumia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LUMIA. Signor Presidente, stiamo tentando di dimostrare con i nostri interventi che il provvedimento in esame non compie un buon riordino. Emendamento per emendamento stiamo cercando di dimostrare il forte disordine che crea. Sarebbe stata l'occasione buona per affrontare il tema molto delicato ed atteso, che scorre lungo tutta la storia della riorganizzazione del nostro sistema di sicurezza. Sarebbe stata un'occasione utile per esaltare il valore della concertazione, ma non è stato possibile perché la concertazione richiede serietà, rigore e la disponibilità a saper svolgere quella funzione di governance che in questi anni non avete saputo dimostrare in tanti settori, compreso questo.
Questo, però, è un settore molto delicato e vi deve far riflettere molto il fatto che avete di fronte un'opposizione quasi unanime. Certo, vi è qualche piccola sparuta realtà che vi viene dietro e, forse, è il «frutto avvelenato» della legge elettorale, perché all'interno del Polo vi rincorrete, in questi giorni, su provvedimenti che cercano di mettere «qualche pezza» su un consenso che vi sfugge di mano.
Penso che anche Alleanza nazionale abbia fatto male i propri calcoli, perché il tentativo di recuperare a danno di Forza Italia e dell'UDC un certo consenso in questo campo non vi darà i frutti sperati, perché anche all'interno sia delle Forze armate sia delle Forze dell'ordine la sfiducia cresce.
Vi sono interrogativi che stanno svelando le vostre contraddizioni e il fatto che volete procedere forzatamente, senza ascoltare, mettervi in discussione e capire il valore e l'importanza delle scelte che dobbiamo compiere, seppure in ritardo, seppure in un momento «usurato» come quello elettorale, vi deve far capire il danno che stiamo, qui, realizzando.
Vedete, noi siamo contrari all'idea che, ope legis, si possa mettere mano a questo riordino. Abbiamo bisogno di diversi interventi, di una capacità di semplificare ma, nello stesso tempo, anche di esaltare e valorizzare le professionalità, facendo in modo che ci sia il riconoscimento di quanto realmente maturato.
Ma tutto questo deve essere fatto attraverso quel rapporto che lega la responsabilità alla qualificazione professionale, l'esperienza alla progressione; non deve esserci invece quel tentativo molto ambiguo, che anche in questo provvedimento emerge, di mettere una pezza di qua per poi aprire tre buchi di là... Insomma, vogliamo fare in modo da smascherare il vostro contraddittorio modo di procedere.

MASSIMO POLLEDRI. Basta!

GIUSEPPE LUMIA. Vogliamo dire con molta chiarezza che quella dell'adeguatezza della copertura finanziaria non è semplicemente una richiesta rigorosa, per corrispondere ad una disposizione fondamentale della nostra Costituzione, ma serve anche per far capire che, se si vuole investire in questo campo, bisogna farlo con molta serietà, guardando in faccia a servitori dello Stato che non meritano il vostro intento di prenderli in giro!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lumia 1.67, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 394
Maggioranza 198
Hanno votato
185
Hanno votato
no 209).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 1.66, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 263
Astenuti 136
Maggioranza 132
Hanno votato
49
Hanno votato
no 214).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Luongo 1.68.
Indico la votazione...
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Siamo in presenza di un provvedimento con una complessità tecnica così forte, che esso avrebbe richiesto e meritato più tempo per essere esaminato. Questo anche per far comprendere ai nostri colleghi quale ne sia la portata e il contenuto. C'è una cosa che non abbiano ancora fatto emergere in quest'aula, e cioè che il testo che esaminiamo, non è nato in ambito parlamentare. Ci sono state proposte di legge presentate sia dalla maggioranza che dall'opposizione: i testi dell'onorevole Ramponi, dell'onorevole Ascierto, del gruppo dei Democratici di sinistra, del collega Bressa, che furono congiunti ai fini della redazione di un testo unificato. Devo dire che i relatori si impegnarono in tal senso. Ad un certo punto però, poiché si ritiene immeritorio il Parlamento di fare un proprio percorso, una propria elaborazione, giunge all'esame delle Commissioni riunite un testo «apocrifo». Intendo dire cioè un testo orfano di padre e di madre, che non si sapeva da quale parte venisse (ne abbiamo dedotto che venisse dagli uffici tecnici legislativi delle varie amministrazioni interessate), e che venne presa dalla maggioranza in maniera passiva come il testo da portare all'esame dell'aula.
Vedete, colleghi, è offensivo (così come è offensivo oggi non poter discutere nel merito i nostri emendamenti), che un Parlamento si trovi a dover ricevere da un soggetto esterno, senza che il Governo dica mai: «si questo ci piace, lo vogliamo, ci crediamo, e costa questo, e ci impegnerà su questo», arrivare a questo punto della discussione. Non ci avete mai dato una scheda tecnica che corredasse questo provvedimento delle indicazioni relative alle spese che oggi si possono sostenere e che domani dovranno essere sostenute da un Governo a cui state lasciando una eredità carica di debiti, senza consentirgli nemmeno il beneficio di inventario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luongo 1.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e con il parere contrario della V Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 398
Maggioranza 200
Hanno votato
182
Hanno votato
no 216).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, il presente emendamento illustra la nostra posizione, che appare molto più equilibrata e priva di sperequazioni rispetto a quanto prospettato dal Governo attraverso l'esercizio di una delega in «zona Cesarini», che intende condizionare il prossimo esecutivo, sapendo che questo disegno di legge costituisce solo un saldo elettorale da esibire nei confronti di una parte, anche minoritaria, delle Forze di polizia e del comparto sicurezza.
Al fine di assicurare organicità e funzionalità alla disciplina del rapporto di impiego dei funzionari della Polizia di Stato, il Governo è delegato ad emanare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi diretti a disciplinare unitariamente l'ordinamento della carriera dirigenziale dei funzionari della Polizia di Stato - nella quale sono ricompresi gli appartenenti ai ruoli di cui all'articolo 1del decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334 - e quello dei corrispondenti ruoli dei sanitari e dei funzionari tecnico-scientifici, stabilendo il trattamento economico e normativo del personale di tali carriere secondo i seguenti principi.
Innanzitutto, prevediamo un procedimento negoziale tra una delegazione di parte pubblica, presieduta dal ministro per la funzione pubblica ed una delegazione delle organizzazioni sindacali rappresentative del personale della carriera dei funzionari di polizia, con cadenza quadriennale per gli aspetti giuridici e biennale per quelli economici del rapporto di impiego del personale della carriera stessa, i cui contenuti sono recepiti con decreto del Presidente della Repubblica.
In tal modo, intendiamo realizzare un contesto giuridico-normativo organico e funzionale agli obiettivi di modernizzazione dei profili dell'intero comparto. Formano oggetto del procedimento negoziale, nel rispetto delle norme generali ed ordinarie: la verifica del corretto adeguamento del trattamento economico fondamentale ed accessorio e dell'indennità pensionabile anche sulla base dei criteri di parametrazione. Sappiamo che ciò rappresenta un aspetto imprescindibile per le donne e gli uomini del comparto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Ritengo che le argomentazioni testè esposte dall'onorevole Molinari in ordine al suo emendamento siano molto serie e, visto che si tratta di una proposta seria, sottolineo che, se ci fossimo trovati noi ad affrontare tale argomento, avremmo ragionato in modo preordinato sui diversi passaggi possibili e, soprattutto, avremmo precisato l'entità delle risorse disponibili.
Tuttavia, siamo all'opposizione, quindi non possiamo lavorare come vorremmo. Ritengo, comunque, di poter rinnovare la proposta fatta in precedenza dall'onorevole Lucidi, in quanto il parere della Commissione bilancio è stato espresso in assenza di una relazione tecnica, nonostante le vibrate proteste dei membri dell'opposizione presenti nella V Commissione, soprattutto in ordine alla mancanza di una copertura finanziaria con riferimento all'articolo 3, comma 155, della legge finanziaria per il 2004.
Credo sarebbe interessante che questa Assemblea discutesse e votasse questo provvedimento avendo una minima contezza delle risorse disponibili per la realizzazione di quanto previsto nel provvedimento stesso (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo per chiedere l'autorizzazione a sottoscrivere l'emendamento Molinari 1.17, nella convinzione che l'impostazione in esso contenuta sia quella più rispondente ad una evoluzione normale dei rapporti sindacali e delle modalità con cui trattare temi così delicati.
Ritengo che una cultura che porti al riconoscimento delle funzioni contrattuali e del ruolo che in questi anni i sindacati, anche in questo settore delicato, hanno saputo svolgere sia la più adeguata. Al contrario, intervenire attraverso procedimenti legislativi a scavalco, promettendo a destra e a manca senza poter mantenere tali promesse e creando ingiustizie che poi si ripercuoteranno sull'assetto contrattuale, è quanto di più errato si possa realizzare.
Quindi, io penso che l'impostazione corretta sia quella espressa dall'emendamento che dovrebbe portare tutti, maggioranza ed opposizione, ad una riflessione vera: meno il Parlamento si occupa di problemi di carriere, di avanzamenti e di assetti, meglio è per il Parlamento e per quei lavoratori; più lo affida alla funzione autonoma negoziale, meglio è per quei lavoratori e per il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell' articolo 1 - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santino Adamo Loddo. Ne ha facoltà.

SANTINO ADAMO LODDO. Signor Presidente, anch'io vorrei apporre la mia firma all'emendamento del collega Molinari e chiedo altresì che venga esaudita la richiesta della collega Lucidi affinché il Governo dichiari ufficialmente se ci sono i finanziamenti, così come è stato detto in modo forte dalla maggioranza.

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, vari colleghi da tempo stanno ponendo la questione relativa alle modalità di deliberare su materie delicate e che comportano, da una parte l'attivazione immediata di diritti soggettivi e dall'altra la necessaria copertura finanziaria della norma che votiamo...

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. La Commissione bilancio si è già espressa.

RENZO INNOCENTI. Allora è stata chiesta la presenza del Governo, ed in particolare un rappresentante del Ministero dell'economia, in rapporto alla specificità del quesito che noi poniamo all'attenzione del Presidente e dell'Assemblea, cioè quello della copertura finanziaria. Signor Presidente, lei correttamente ha risposto alla richiesta di questi colleghi che il Governo è rappresentato autorevolmente da chi siede a questi banchi e su questo nulla da eccepire; è possibile, quindi, avere una risposta dagli autorevoli rappresentanti del Governo, seduti in Aula da stamani, di fronte alle reiterate richieste dei colleghi? C'è o meno la copertura finanziaria di questo provvedimento? Se c'è, va benissimo, ma lo si dica. Dove? Il parere della Commissione bilancio dice: » Allo scopo di consentire una accurata verifica della sostenibilità finanziaria della delega conferita oggi, appare opportuno stabilire che gli schemi dei decreti legislativi siano trasmessi alle Commissioni competenti per i profili finanziari« ...

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, concluda.

RENZO INNOCENTI. Concludo dicendo che qui »balla" la questione dell'articolo 81, comma 4 , della Costituzione; infatti, la norma deve essere coperta oggi. Se nelle condizioni della Commissione bilancio si dice che dovete mandare successivamente al parere alla Commissione bilancio i decreti legislativi per vedere se ci sono i soldi, questo vuol dire che sia la maggioranza sia Governo oggi stanno facendo puramente demagogia, ...

IGNAZIO LA RUSSA. Ma qual è il richiamo al regolamento?

RENZO INNOCENTI. ...un manifesto elettorale per carpire il consenso dei diretti interessati; però, questo è un provvedimento vuoto di copertura ed è un'ennesima presa in giro per gli appartenenti ai corpi di Polizia e dei militari (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
 

PRESIDENTE. Sotto il profilo parlamentare, essendoci anche il parere della Commissione bilancio, la Presidenza non può intervenire al riguardo, se il Governo vuole fornire delle precisazioni può farlo, viceversa io non posso imporre al Governo di fornire ragguagli a rilievi di natura economica. Non posso quindi accettare questa sua richiesta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
188
Hanno votato
no 214).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 1.69, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 394
Astenuti 5
Maggioranza 198
Hanno votato
191
Hanno votato
no 203).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.63.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Con il presente emendamento chiediamo di sostituire al comma 2, lettera c) le parole da «nonché dei ruoli del Corpo forestale» fino alla fine della lettera con le seguenti: «fermi restando l'ordinamento gerarchico delle carriere e le funzioni di ciascuna qualifica, prevedendo un analogo modello dirigenziale per i corrispondenti gradi dei ruoli degli ufficiali delle Forze di polizia ad ordinamento militare e delle Forze armate».
Si tratta di un intervento legislativo che può portare conseguenti modificazioni all'ordinamento dei ruoli direttivi speciali della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato, anche con rideterminazione degli organici, nonché eventuali modificazioni dell'ordinamento e degli organici dei ruoli speciali delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, e della Guardia di finanza, sulla base delle esigenze delle singole amministrazioni, senza oneri aggiuntivi.
Vengono così introdotte correlate modificazioni ed integrazioni, in relazione alle specificità e peculiarità operative, degli ordinamenti dei ruoli direttivi del Corpo della polizia penitenziaria, anche attraverso la rideterminazione degli organici coerente con le esigenze di funzionalità della amministrazione, ovviamente senza oneri aggiuntivi.

SANTINO ADAMO LODDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTINO ADAMO LODDO. Grazie signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Molinari 1.63.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato
192
Hanno votato
no 214).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rotundo 1.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
187
Hanno votato
no 215).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Presidente, alla lettera c) di questo comma intendiamo aggiungere i commissari capo tra i profili che riguardano il riordino di cui all'articolo 1, fermi restando l'ordinamento gerarchico delle carriere e le funzioni di ciascuna qualifica. A noi sembra un giusto riconoscimento a chi sul campo svolge compiti e ruoli che non sono adeguatamente riconosciuti, giuridicamente ed economicamente dall'attuale ordinamento. Più volte abbiamo provato a far comprendere alla maggioranza l'importanza di questo riconoscimento, ma non vi è stato ascolto neanche da parte di chi, in maniera elettoralistica, propaganda questo provvedimento come in grado di migliorare le condizioni di lavoro delle Forze di sicurezza. Non è così, questa esclusione è la prova anche delle tante altre incongruenze contenute in questo provvedimento. Non è un caso che emergano malumori e prese di distanza da parte degli uomini e delle donne del comparto rispetto ad un testo che non rappresenta un riordino serio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato
190
Hanno votato
no 215).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagnini 1.72, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 398
Astenuti 5
Maggioranza 200
Hanno votato
389
Hanno votato
no 9).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Brasi 1.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
193
Hanno votato
no 201).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, intervengo per chiedere un chiarimento sul comma 2 e il relativo numero 2) della lettera c) dell'articolo 1.Mi chiedo, infatti, cosa significhi la previsione di conseguenti modificazioni dell'ordinamento dei ruoli direttivi speciali della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato, ovvero la loro soppressione, anche con rideterminazioni degli organici, nonché eventuali modificazioni dell'ordinamento e degli organici dei ruoli speciali delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, e del Corpo della Guardia di finanza, sulla base delle esigenze delle singole amministrazioni, senza oneri aggiuntivi.
A nostro avviso, senza oneri aggiuntivi non si è mai realizzata una riforma, in particolare una riforma che riguardi personale e relativi trattamenti giuridici ed economici. Cosa vuol dire, pertanto, questa previsione in cui si prevede, tra l'altro, la soppressione dei ruoli speciali direttivi?
Noi chiediamo che si realizzi un riordino serio da effettuarsi non con mancate riforme perché queste finirebbero per penalizzare e colpire alcuni e privilegiare altri.
Spero che l'emendamento in esame induca in molti di voi una riflessione attenta al fine di rendervi conto di quello che prevede questo riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
187
Hanno votato
no 214).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo di sostituire al comma 2, lettera c) il numero 2), come formulato dal Governo, con il seguente: per la Polizia di Stato e il Corpo forestale la creazione di un nuovo ruolo direttivo ordinario e uno corrispondente per i ruoli tecnici, anche con la creazione o soppressione di qualifiche a cui possono accedere a regime, con separati concorsi, per il 50 per cento dei posti disponibili i cittadini italiani in possesso di diploma di laurea di primo livello in materie compatibili con le funzioni da svolgere e per il restante 50 per cento i sostituti commissari e gli ispettori superiori in possesso di analoghi requisiti, nonché la previsione di norme transitorie che prevedano l'inquadramento degli attuali ispettori superiori e sostituti commissari e corrispondenti nei costituiti nuovi ruoli direttivi ordinari da finanziare anche utilizzando i fondi già previsti per i ruoli direttivi speciali.
Riteniamo che la nostra sia una proposta più razionale rispetto alla previsione inserita nel provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.22, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato
179
Hanno votato
no 213).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 353
Astenuti 33
Maggioranza 177
Hanno votato
350
Hanno votato
no 3).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.250 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 288
Astenuti 121
Maggioranza 145
Hanno votato
287
Hanno votato
no 1).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 1.74, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
194
Hanno votato
no 225).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lucidi 1.29, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato
196
Hanno votato
no 224).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame si chiede di aggiungere al comma 2, lettera c), dopo il numero 3), il seguente numero 4): previsione della facoltà, per gli appartenenti all'unico ruolo dirigenziale di cui alla lettera c) e qualifiche equipollenti delle altre Forze di polizia, di permanere in servizio fino al compimento del sessantacinquesimo anno di età, previo accertamento dell'idoneità ai servizi di polizia.
Si tratta di una specificazione finalizzata a valorizzare esperienze e professionalità che non possono essere, a nostro avviso, disperse.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.30, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato
195
Hanno votato
no 222).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Minniti 1.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, l'emendamento in esame rappresenta la tipica dimostrazione di come il provvedimento di cui si discute non abbia né capo né coda, o meglio, abbia delle ambizioni che non è in grado di soddisfare.
Se leggiamo la lettera d), comma 2, dell'articolo 1, si può osservare che tra i principi ispiratori della delega al Governo vi deve essere la previsione di disposizioni transitorie eventualmente occorrenti che non comportino l'inquadramento nei ruoli superiori.
Ora, è del tutto evidente che, nel momento in cui si mette mano al riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, bisogna avere a disposizione degli strumenti che garantiscano il massimo della flessibilità.
Proprio perché ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente complessa, quanto più sono flessibili gli strumenti che possano essere applicati per garantire l'armonizzazione del comparto, tanto più efficace è l'azione.
Questo significa anche partire dal presupposto che si sappia cosa si vuole fare e che si abbiano a disposizione le risorse per fare ciò che si dice di voler fare. Al contrario, quando si introducono «clausole» di questo tipo - che sarebbe più proprio fossero poste dalla Commissione bilancio o da chi vigila sulla spesa -, vuol dire che si hanno intenzioni modeste, nel senso che ci si rende conto che, mentre le cose che si vogliono fare vengono raccontate come grandi, la realtà è che si possono fare soltanto cose piccole, piccolissime: a dimostrazione dell'assoluta inutilità del provvedimento in esame!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, ci rendiamo conto tutti, anche attraverso la protesta avvenuta fuori dalle aule parlamentari, che il provvedimento in esame sta sostanzialmente creando alcune ingiustizie. Esso lascerà delusa una parte del personale, alla quale si intende negare, attraverso la lettera d) del comma 2 dell'articolo 1, la possibilità di una considerazione ulteriore nel momento della redazione dei decreti legislativi.
La disposizione che vogliamo modificare costituisce una vera e propria norma di sbarramento, in quanto nega uno spazio di agibilità ad una riforma che, invece, ha bisogno di considerazione, per i riflessi che produce quanto alla progressione del personale nel ruolo.
Pertanto, vi chiediamo di liberare lo spazio di manovra, per compensare eventuali disallineamenti che dovessero prodursi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Minniti 1.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
189
Hanno votato
no 224).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Leoni 1.75.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà (Commenti).

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, vedo che il presidente della IV Commissione ed il relatore si affannano ad affermare che non abbiamo più tempo.
La realtà, Presidente, è che non avete più tempo voi per approvare il provvedimento! Avevate cinque anni ed avete impiegato quattro anni, otto mesi e tre settimane per portarlo in Assemblea: adesso è finita la legislatura ...!

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Avete finito i tempi!

GIANCLAUDIO BRESSA. Perciò, pensi al suo tempo, anziché occuparsi del nostro (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)! Pensi al tempo che ha buttato via in questi anni, da presidente della Commissione, senza portare in Assemblea a tempo debito il provvedimento, e lasci che noi illustriamo i nostri emendamenti (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Onorevole Bressa, vada avanti! Ciascuno ha il suo tempo: lei vada avanti utilizzando il suo!

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, l'emendamento in esame cerca di dare senso all'intervento sul riordino per quanto riguarda i dirigenti.
Si tratta di cercare di unificare, nell'ambito della carriera dirigenziale, anche i ruoli dei funzionari di polizia e di quelli corrispondenti, completando un processo di valorizzazione della carriera dirigenziale di cui tutti parliamo, ma che nessuno ha il coraggio di affrontare seriamente.
Nel comparto sicurezza, la dirigenza è qualcosa di estremamente necessario, utile ed efficace, a patto che abbia una sua armonia: non si può immaginare di creare disarmonie all'interno della progressione di carriera; non si può immaginare di creare barriere tali da non consentire che esperienze importanti di lavoro possono produrre dirigenti all'altezza della situazione.
Ci stiamo battendo da tempo perché questo ragionamento si affermi, affinché la dirigenza all'interno del comparto della sicurezza venga considerata come qualcosa a sé stante, che non ha paragone in altre carriere, nemmeno in quella prefettizia e diplomatica, soggetta a contrattazione pubblica, come potrebbe e dovrebbe essere questa.

PRESIDENTE. Grazie ...

GIANCLAUDIO BRESSA. L'emendamento in esame consentirebbe ...

PRESIDENTE. Il suo tempo è scaduto, onorevole Bressa!

GIANCLAUDIO BRESSA. ... di avviarci lungo questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi, alla quale ricordo che dispone di un minuto.
Ha facoltà di parlare, onorevole Lucidi.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, quanta ambiguità e mistificazione nel testo di legge delega che state scrivendo!
Onorevoli colleghi, vi chiedo, e chiedo al collega Ascierto, il quale ha evitato che certe cose fossero scritte, cosa significhi l'espressione «carriera di natura dirigenziale».
Che cosa vuol dire questo richiamo a una concezione giusrazionalistica rispetto alla progressione in carriera dei dirigenti? Spiegatecelo! Perché non dire, semplicemente, carriera dirigenziale? Quale è quel limbo che avete in mente? Qual è quel timore che avete dovuto subire e per il quale non vi è stato consentito affermare chiaramente ciò che scrivevate nei vostri progetti di legge? Onorevoli colleghi, non pensate assolutamente che in questo modo voi state facendo gli interessi del personale della Polizia di Stato, delle altre Forze di polizia o delle Forze armate! Non lo avete fatto per cinque anni. Siate onesti e tentate, ancora adesso, di uscire con dignità da questa legislatura, nel corso della quale li avete fortemente delusi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 1.75, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
188
Hanno votato
no 217).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Pinotti 1.76.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, questo emendamento si propone di dare alcune indicazioni sul modo in cui razionalizzare le carriere. In particolare, si propone di fissare in modo chiaro i termini della delega relativamente ai funzionari. Infatti, un elemento importante, non chiarito dalla proposta di legge che voi avete portato in discussione, è conoscere quali saranno le funzioni in relazione alle esigenze. Noi diamo una lettura di questo e proponiamo alcune indicazioni relativamente a quali debbano essere tali funzioni, riguardo alla eliminazione dei disallineamenti e riguardo alla corrispondenza economica. Inoltre, ci diamo alcuni obiettivi e, cioè, la riduzione delle qualifiche sulla base delle posizioni funzionali e la attribuzione di compensazioni economiche per chi non può accedere a qualifiche superiori in quanto i posti sono numericamente limitati e basati sull'anzianità e sulla idoneità. Inoltre, proponiamo per tutti - questo è importante - la qualifica di grado superiore al momento della pensione e l'indennità di buonuscita spettante alla qualifica con parametro meramente superiore. Ovviamente, ciò vale anche per l'indennità pensionabile.

FILIPPO ASCIERTO, Relatore per la IV Commissione. Un minuto!

LUIGI RAMPONI. Presidente della IV Commissione. Un minuto!

ROBERTA PINOTTI. Ci proponiamo, altresì, di ragionare sulle disposizioni transitorie che, invece, sono assolutamente aleatorie nelle vostre proposte di legge ma che rispondono ad alcune aspettative. In particolare, mi riferisco al personale con qualifica di ispettore superiore sostituto ufficiale di pubblica sicurezza e al corrispondente personale con laurea, in relazione al quale devono essere definite le caratteristiche e le competenze che devono essere possedute per poter accedere alle qualifiche dirigenziali. Infine, proponiamo l'estensione agli ispettori in possesso dei previsti requisiti della possibilità di partecipare ai concorsi interni per l'accesso al ruolo direttivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pinotti 1.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato
194
Hanno votato
no 224).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Angioni 1.77.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, abbiamo discusso finora della parte del provvedimento che dovrebbe trovare copertura nella legge finanziaria per il 2004, che fu approvata nel 2003. Ancora una volta, ci venite a dire che non si sa se quel denaro del 2004 e del 2005 ci sia ancora, se da qualche parte sia stato operato un trascinamento, un accantonamento o se, come alcuni affermano, non sia stato già speso, cosicché state preparando un bel «pacco», come si dice in gergo, per il futuro Governo.
Su questa parte, invece, si fa qualcosa di ancora peggiore. Addirittura si dice: fate questa parte di riordino, ma sappiate bene che, già da ora, i soldi non ci sono! Trovateli, sin dalla presentazione, cui dovrete procedere annualmente, del documento di programmazione economico-finanziaria. Intanto, noi ci facciamo belli con il personale!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Angioni 1.77, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
190
Hanno votato
no 222).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
 

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, con l'emendamento in questione, all'articolo 1, comma 3, primo periodo, chiediamo di aggiungere, dopo le parole «trattamenti dirigenziali», le seguenti: «dei commissari capo,». Si tratta di una questione che merita di essere risolta appunto con la previsione esplicita e la citazione senza equivoci dei commissari capo. È questa la nostra proposta, sulla quale chiediamo il voto favorevole dell'Assemblea.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. La ringrazio, signor Presidente.
Con grande serenità, con grande calma e senza urlare, voglio osservare che vi è una ripartizione circa la disponibilità dei tempi per i gruppi e che i tempi sono stati esauriti. Ebbene, dovendo ancora esaminare più di quaranta proposte emendative, se l'opposizione può valersi di uno o due interventi per ciascuna proposta emendativa e se tali interventi, anziché durare un minuto, ne durano due, o più ancora - eccetto l'ultimo di Molinari -, mi vuole spiegare quale sia la logica con la quale noi stabiliamo la ripartizione dei tempi? Non è evidente che tali interventi sono ostruzionistici e fuoriescono dalla regola che impone di rispettare i tempi a disposizione (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana)? Le sarei grato se volesse normalmente applicare le regole.
Colgo l'occasione anche per rispondere all'onorevole Bressa che in maniera «urlata» ha dichiarato, quando gli ho fatto osservare che erano esauriti i tempi, che noi eravamo stati in ritardo nella presentazione del provvedimento e che io, presidente, non avrei contribuito a far sì che questo progetto di legge giungesse prima alla discussione in Assemblea. Ebbene, a parte l'evidente ipocrisia - stanno facendo il possibile per rallentarne l'esame; quindi, non vedo con quale diritto possano accusare noi di ritardi (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana) -, voglio solo ricordare (e non mi può smentire) che più di una volta hanno, per così dire, messo il bastone tra le ruote in sede di discussione del provvedimento e più di una volta hanno chiesto la verifica del numero legale. Quindi, i ritardi, che eventualmente potrebbero esserci stati, sono soltanto il risultato dell'azione che loro hanno condotto e che oggi stanno continuando a condurre (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. La ringrazio molto, presidente Ramponi, ma ritengo che quando lei presiede i lavori della Commissione lo faccia con spirito non partigiano e con grande equilibrio.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Certo.

PRESIDENTE. È lo stesso equilibrio che io sto utilizzando in questa occasione. Quindi, io non mi permetto di sindacare lei; se permette, non è consentito che lei compia un sindacato di controllo su di me (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Popolari-UDEUR), anche perché io mi sto attenendo ad una regola molto precisa che riguarda questa Presidenza, in maniera indistinta, sia che presieda il Presidente sia che presiedano i vicepresidenti. È prassi costante: quando i gruppi hanno terminato il loro tempo, il Presidente può concedere uno o due minuti per intervento. Io sto concedendo un minuto; se poi si oltrepassa il termine di un minuto di qualche secondo non mi pare sia così grave, anche perché mi pare che legittimamente ognuno stia svolgendo i propri interventi senza particolare accaloramento.
Voglio anche ricordarle - siccome lei ha maggiore esperienza di me in altri campi, ma sul piano parlamentare credo di averne un po' più di lei - che, se l'opposizione volesse veramente ritardare l'esame, uscirebbe dall'aula e bloccherebbe i lavori attuando un ostruzionismo vero. Dunque, sto evitando che vi sia un ostruzionismo vero affinché ognuno esprima le sue considerazioni e si prosegua nella maniera più celere possibile (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.41 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
190
Hanno votato
no 225).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Molinari 1.42 .
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, il comma 3 dell'articolo 1 riguarda la copertura finanziaria e prevede che «(...) nell'ambito dei finanziamenti da iscrivere annualmente nella legge finanziaria, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e in coerenza con quanto previsto dal Documento di programmazione economico-finanziaria, sono altresì adottati uno o più decreti legislativi per il completamento dei riordini di cui al citato comma 1, e, in particolare, per la valorizzazione e i riallineamenti economici del personale civile e militare della qualifica o grado iniziale del ruolo di base e per l'integrazione dei contenuti economici dei trattamenti dirigenziali dei vice questori aggiunti, dei maggiori e dei tenenti colonnelli e del personale di qualifica o grado corrispondente. (...)». A questo punto, il testo si interrompe e ciò, a mio avviso, lascia incompiuto in maniera grave un percorso vero di riordino. Perciò, con questa proposta emendativa, chiediamo venga previsto che l'accantonamento riguardi anche la copertura economica per la creazione dei ruoli direttivi di cui al comma 2 dell'articolo, che invece vengono esclusi senza motivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molinari 1.42, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 410
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
187
Hanno votato
no 223).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Pisa 1.46.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.
Onorevole Bressa, le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, intervengo con serenità, con calma e, se il presidente Ramponi me lo consente, anche con amabilità: purtroppo, il tono della mia voce è sempre un po' elevato, come se urlassi, ma ciò non dipende da altro, se non dalle mie corde vocali!
Vede, presidente Ramponi, tutto si può accettare nell'ambito di un confronto parlamentare, tranne che essere presi, in qualche modo, in giro. Dal momento che lei sostiene che è stata l'opposizione ad impedire di portare il presente progetto di legge all'esame dell'Assemblea, vorrei ricordarle che, nel corso di questi quattro anni, otto mesi e tre settimane di legislatura, la maggioranza ha sottoposto all'esame dell'aula numerosissimi provvedimenti, sui quali l'opposizione è stata durissima.
Se il progetto di legge in esame non è giunto celermente in Assemblea, e se anche nella seduta di oggi è soggetto a degli «stiracchiamenti», non è colpa nostra. Infatti, ricordo che siete stati voi, nella seduta di ieri, a chiedere l'inversione dell'ordine del giorno dell'Assemblea, perché nemmeno nella parte pomeridiana della seduta di ieri eravate...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bressa...

GIANCLAUDIO BRESSA. ... pronti ad esaminare il presente provvedimento! Pertanto, si dica la verità su questa vicenda!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, vorrei rilevare che è veramente sorprendente il fatto che l'emendamento in esame non riscuota consensi tra i banchi della maggioranza. Anche nel caso di specie, infatti, cerchiamo essenzialmente di introdurre un elemento di razionalità nell'ambito della predisposizione dei decreti legislativi che dovranno essere adottati dal Governo.
A tale riguardo, proponiamo di prevedere comunque la possibilità di intervenire, in sede di redazione dei decreti legislativi, per risolvere eventuali esigenze di perequazione e di riallineamento dei trattamenti economici del personale che dovessero eventualmente emergere. Si tratta di correggere, in altri termini, le numerose trascuratezze e lacune sostanziali che il testo normativo in esame, che state approvando senza aver dialogando con il personale interessato - il quale, in sede di audizioni informali, aveva rappresentato alcune richieste che voi non intendete soddisfare -, continua a mantenere.
Invito pertanto, almeno su questo aspetto, a cercare di offrire uno strumento utile!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisa 1.46, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato
191
Hanno votato
no 226).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Pinotti 1.47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.
Onorevole Pinotti, le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.

ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, l'emendamento in esame, che può sembrare di natura tecnica, in realtà contiene l'impostazione che vogliamo dare al presente provvedimento. Infatti, proponiamo, come abbiamo sempre fatto, di adottare successivamente due distinti decreti legislativi: il primo concernente le qualifiche dirigenziali e l'altro relativo al resto del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate.
Riteniamo giusto proporre tale distinzione perché le situazioni sono differenti; inoltre, ci richiamiamo a quanto abbiamo già affermato in ordine ai problemi di copertura finanziaria. Vorrei infatti ribadire che, in realtà, stiamo approvando un provvedimento, che attiene anche ai dirigenti del comparto, che fa ricorso ad un'autorizzazione finanziaria che, per legge, era stata destinata esclusivamente al personale non dirigente.
Pertanto, anche per fare chiarezza in ordine alle modalità dello svolgimento del procedimento legislativo, riteniamo sarebbe corretto adottare due decreti legislativi distinti in tale materia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pinotti 1.47, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 407
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
183
Hanno votato
no 224).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruzzante 1.78.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, l'emendamento Ruzzante 1.78, che può apparire un chiarimento puramente tecnico, dimostra, invece, la nostra precisa volontà di considerare i dirigenti soggetti cui si deve prestare ascolto, a pieno titolo, in sede di contrattazione.
Infatti, quando si propone che gli schemi di decreto legislativo di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo in esame debbano essere trasmessi alle organizzazioni sindacali rappresentative, sul piano nazionale, dei dirigenti e del restante personale, si vuole affermare, in maniera inequivocabile, che anche i dirigenti devono essere ammessi alla contrattazione, e che anche ad essi deve essere consentita una libera organizzazione sindacale. Chiediamo che ciò avvenga...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bressa....

GIANCLAUDIO BRESSA. ... a livello di tutte le Forze di polizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruzzante 1.78, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato
190
Hanno votato
no 221).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, in questo emendamento, che accoglie una proposta della Commissione bilancio sta evidenziato quanto sottolineato prima dall'onorevole Lucidi e dall'onorevole Innocenti. Si chiede di sostituire «Commissioni permanenti» con «Commissioni permanenti competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario». È stato inserito questo perché, dato che non c'è la copertura su questo provvedimento, si chiede che i vari provvedimenti, che in seguito verranno adottati sulla base della delega, debbano comunque passare dalla Commissione bilancio. Questa è la dimostrazione che quanto stiamo dicendo dall'inizio della discussione di questo provvedimento è realtà: noi stiamo discutendo in assenza di certezza di risorse. Questo emendamento, che è una proposta della Commissione bilancio accolta dai relatori, è l'evidenza che quanto stiamo sostenendo non sono volontà negative dell'opposizione di mettere in cattiva luce la maggioranza ma la verità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
398
Hanno votato
no 10).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lumia 1.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ancora una volta qui si rivela l'inganno di questo testo. Noi stiamo essenzialmente chiedendo che lo schema dei decreti legislativi relativamente a tutta la legge venga corredato da relazione tecnica. Guardate che è divertente questa cosa, di leggere che in un provvedimento, che il Parlamento ha esaminato e che ha avuto tutto il tempo di approfondire in questi mesi, si arrivi a dire a chi viene dopo «dateci voi la relazione tecnica, diteci voi quanto costa fare questa roba, perché, in fondo, capite, noi non lo sappiamo». Colleghi, come è possibile? Quale responsabilità c'è rispetto a questo provvedimento, che ha una incidenza di spesa incredibile e importante e che interessa la vita del personale delle nostre Forze di polizie e delle Forze armate?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, comprendo il fatto che quando si sente nominare «relazione tecnica» alla maggioranza vengono i capelli dritti, perché questo provvedimento è fatto senza alcuna relazione tecnica e si vede. Infatti, non sappiamo quanto costerà, né dove verranno presi i soldi e ne abbiamo avuto testimonianza da parte della Commissione bilancio della Camera, che ha dovuto introdurre una serie continua di norme aggiuntive per cercare di tutelare la finanza pubblica rispetto a un provvedimento che con la finanza pubblica fa a pugni articolo dopo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lumia 1.48, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
188
Hanno votato
no 223).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento Luongo 1.49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, se vogliamo avere una dimostrazione delle cose che sono state dette fino ad ora dalle colleghe Pinotti e Lucidi basta leggere il comma 7 di questo articolo: «I decreti legislativi di cui al comma 3 sono emanati solo successivamente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie».
Questa, che potrebbe essere una normale clausola di stile in un provvedimento ordinario, diventa una delle condizioni fondamentali di salvaguardia perché questo provvedimento non venga cassato dal Presidente della Repubblica perché manca la copertura ai sensi degli articoli della Costituzione che prevedono che ogni legge deve avere la copertura di bilancio necessaria per essere promulgata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luongo 1.49, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
188
Hanno votato
no 227).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rotundo 1.50, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
185
Hanno votato
no 227).
 

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).

GIANCLAUDIO BRESSA. Onorevoli colleghi, non sapete ancora come voteremo, per cui non vogliamo lasciarvi nel dubbio: voteremo contro (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale). Sì, effettivamente un po' a sorpresa, ma voteremo contro perché avete compreso, attraverso la sequenza dei nostri interventi, che se qualcuno ha ragione nell'affrontare questo tema siamo noi, e non siete voi. Vedete, non è per la circostanza che tutti gli operatori si siano attivati per esprimere la loro contrarietà. Voi non avete avuto la capacità di rispondere ad una domanda che vi ho rivolto nel corso di uno dei miei precedenti interventi: se questo provvedimento è così straordinariamente atteso dalle Forze del comparto sicurezza, perché tutte le stesse Forze del comparto sicurezza, ad eccezione di due sigle sindacali, e quando dico tutte intendo anche i COCER,...

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Non è vero!

GIANCLAUDIO BRESSA. Non sai ancora cosa voglio dire, quindi come fai a dire che non è vero?
L'altro giorno, al Ministero della funzione pubblica, vi erano tutti, dal COCER ai sindacati....

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Bressa.

GIANCLAUDIO BRESSA. E tutti hanno chiesto la sospensione della trattativa, compresi i COCER. Hanno chiesto un incontro con il Governo, che non vi è stato, ed hanno chiesto di sospendere, perché sono contrari a questo provvedimento.
Rispondete a questa domanda, prima di votare a favore di questo articolo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, noi voteremo contro, come affermava l'onorevole Bressa, a questo provvedimento ed anche a questo articolo. Ciò perché, onorevoli colleghi, questo riordino, così atteso, che è iniziato da due ordini del giorno sottoscritti da parlamentari della minoranza, quali gli onorevoli Minniti, Molinari, Lucidi, e Bressa, che chiedevano - perché si riscontrava una forte esigenza in tal senso - un riordino complessivo del settore, per evitare che, con provvedimenti successivi, continuassero sperequazioni e «rincorse» che non dessero un'organizzazione complessiva ad un comparto così importante, e la risposta data a tale richiesta è stata assolutamente insufficiente. Ciò sia perché complessivamente il vostro provvedimento non va bene, sia perché, come abbiamo dimostrato in moltissimi interventi sui nostri emendamenti, questo provvedimento è poco più che un bluff elettorale. È, infatti, un provvedimento che non ha la necessaria copertura finanziaria.
Onorevoli colleghi, non è un caso che gli operatori di questo settore, quasi tutti, e voi sapete che hanno pochi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pinotti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è dal 1995 che si susseguono provvedimenti di riordino. A ciascuno di essi sono seguiti nuovi squilibri, che hanno generato ulteriori tensioni ed insoddisfazione all'interno del comparto sicurezza.
Oggi, per la prima volta, un riordino si propone senza il consenso dei destinatari e senza risorse adeguate. È fin troppo facile immaginare quali saranno gli effetti di questi provvedimenti. Rimangono i nodi strutturali, principalmente una tecnica legislativa farraginosa ed inclusiva, anche nelle dinamiche sindacali. È un intreccio capzioso e furbesco tra le Forze armate, il comparto della sicurezza in generale ed il pubblico impiego, che non si riesce a sciogliere. Tale intreccio è costituito da una ragnatela ancora più inestricabile, se si considera la diversa compressione delle libertà sindacali, riconosciute in modo diverso tra Forze armate, Forze di polizia e pubblico impiego, quasi che i diritti del lavoro e dei lavoratori siano, ancora oggi, diritti relativi e non assoluti ed universali.
Serve semplicità e chiarezza, riconoscimento dell'identità degli apparati preposti alla sicurezza interna...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sinisi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, intervengo anch'io per ribadire il carattere di operazione meramente elettoralistica di questo provvedimento, un'operazione elettoralistica di piccolissimo cabotaggio.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Ma faccia il piacere!

ELETTRA DEIANA. Presidente Ramponi, è inutile che sbuffi, perché mi sembra che la realtà sia così evidente, e non solo a noi che stiamo contrastando il vostro provvedimento, ma alla stragrande maggioranza dei soggetti interessati.
A me sembra incredibile che forze politiche come le vostre - che hanno fatto del rapporto privilegiato con il personale dei corpi dello Stato una specie di segno distintivo, al punto da arrivare all'affermazione di una concezione per così dire proprietaria (praticamente, sareste tutt'uno con loro) - di fronte all'evidente e vastissimo disagio (credo l'onorevole Ascierto ne conosca molto chiaramente le dimensioni e lo spessore), vadano avanti (non si capisce per quale micidiale cupio dissolvi) come degli arieti.
Non si capisce perché, di fronte all'evidente scollamento tra le vostre politiche e la reazione dei soggetti interessati, continuate a perseguire ciecamente il vostro disegno.
Ribadisco ciò che hanno già detto i colleghi, ma mi sembra assolutamente necessario di fronte a questa sorta di redde rationem che volete imporre al Parlamento.
Nel complesso, il testo unificato in esame non dà alcuna soddisfazione alle aspettative del personale destinatario, che in caso di approvazione di questo provvedimento, per un verso o per l'altro, avrebbe tutti i giusti motivi per ricorrere alla giustizia amministrativa o alla Corte costituzionale per gli evidenti vizi di legittimità che contengono, senza esclusione alcuna, tutti i 53 articoli del provvedimento.
Ribadisco ciò che abbiamo già detto: si tratta di una scelta irresponsabile e di una prevaricazione rispetto alle aspettative di certezza del diritto su cui si basa l'ordinamento della pubblica amministrazione, alla quale non possono essere ritenuti estranei i comparti interessati dal provvedimento in esame.
Infine, sottolineo, ancora una volta, un aspetto che è stato già menzionato e che mi sembra una follia totale: ossia l'irrealizzabilità della scelta per la totale mancanza di copertura finanziaria e la ridicolaggine del vostro tentativo politico di venderla al futuro Governo, cercando di trovare una scappatoia per la sua accettazione in sede di verifica dei presupposti costituzionali; essi vengono violati per la mancanza di copertura finanziaria, e ciò viene mascherato dalla stesura dei commi che abbiamo contestato (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 395
Votanti 391
Astenuti 4
Maggioranza 196
Hanno votato
220
Hanno votato
no 171).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3437 ed abbinate)

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3437 ed abbinate sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Bressa 2.60, nonché sul subemendamento Lucidi 0.2.100.1. Le Commissioni raccomandano l'approvazione del loro emendamento 2.100 ed esprimono parere contrario sugli emendamenti Lucidi 2.61 e Molinari 2.62 e 2.63.
Per quanto concerne gli emendamenti Lavagnini 2.66 e 2.67 il parere è favorevole, ma risulterebbero preclusi dall'approvazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni; se quest'ultimo dovesse essere approvato, chiediamo, quindi, il ritiro di tali emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bressa 2.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame si chiede la soppressione dell'articolo 2. Preannuncio che esprimeremo un voto contrario anche sulla nuova formulazione proposta dalla Commissione, in relazione al parere reso dalla Commissione bilancio, perché non condividiamo assolutamente l'impianto della normativa riguardante i dirigenti delle Forze di polizia e delle Forze armate con riferimento al loro trattamento stipendiale ed ai trattamenti accessori.
Questi operatori, in relazione alla responsabilità che svolgono, chiedono anch'essi che venga riconosciuto loro la possibilità di discutere in ordine al trattamento economico in una apposita sede di confronto con le componenti governative competenti. Invece, qui addirittura si evidenzia una contrarietà...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lucidi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, quando avete dovuto descrivere i principi ispiratori della delega per la contrattualizzazione della dirigenza ve la siete cavata con nove righe.
Per spiegare, invece, cosa avete intenzione di fare a decorrere dal 1o gennaio fino a quando non saranno approvate le norme per la determinazione dei contenuti del rapporto di impiego del personale dirigente della Forze di polizia, ne utilizzate 124. Arrivate, cioè, ad un livello di dettaglio assoluto e parossistico.
Ciò significa che le vostre intenzioni sono scoperte. Non avete alcuna volontà di contrattualizzate le dirigenza. Considerate i dirigenti del comparto sicurezza come delle forze minori che non possono avere il diritto di contrattare per sé stessi funzioni di grande responsabilità quali quelle che assolvono. È una cosa umiliante per i dirigenti e per chi la vota.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, vorrei sottolineare che qui non viene esposta un'idea dei dirigenti delle Forze di polizia quale forza minore, ma una concezione di subalternità dei dirigenti al Governo in carica. Infatti, l'idea che l'avanzamento e la progressione possano essere concesse attraverso un decreto del Governo significa sostanzialmente una concezione che vede un filo diretto tra i dirigenti e l'esecutivo.
È esattamente questo che noi vogliamo mettere in discussione. Si tratta di dare piena autonomia contrattuale - insistiamo su questo aspetto - ai dirigenti delle Forze di polizia, per restituire una pienezza e un'autonomia di dignità della loro professione rispetto all'esecutivo variamente in carica.
Quindi, si tratta di una questione di democrazia, oltre che di rispetto dei diritti di questi soggetti, ai quali teniamo tantissimo e che voglio sottolineare con particolare forza (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 2.60, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 388
Votanti 387
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato
169
Hanno votato
no 218).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lucidi 0.2.100.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 346
Maggioranza 174
Hanno votato
154
Hanno votato
no 192).
 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, con riferimento al precedente subemendamento, sul quale avevo chiesto di parlare, vorrei dire che esso conteneva esattamente la contrattualizzazione dei dirigenti.
Quanto, invece, all'emendamento proposto dalle Commissioni, ritengo sia importante che all'esterno giunga il messaggio che non solo si sta affidando ancora ad una procedura, che avviene per diritto e non per contratto, il trattamento stipendiale di questi soggetti, ma che addirittura lo si sta facoltizzando. Addirittura, il loro trattamento può essere considerato in relazione alle disponibilità economiche che, di anno in anno, si possano rinvenire.
Ciò significa davvero dare un segnale contrario e di disattenzione a questo personale, di cui avete la responsabilità, che sicuramente non è la stessa che, invece, hanno i nostri operatori, che sulla strada dirigono il lavoro delle Forze di polizia e le loro competenze nei loro settori applicativi...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lucidi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Ai dirigenti del comparto sicurezza viene affidata la gestione dell'ordine pubblico delle missioni internazionali. Hanno, cioè, livelli di responsabilità inusitati rispetto a loro colleghi della pubblica amministrazione. Ebbene, tali persone sono considerate responsabili nel momento in cui devono decidere cosa fare sul campo, ma vengono da voi definite irresponsabili nel momento in cui possono definire assieme al Governo il trattamento del loro lavoro. Questo significa umiliare la parte migliore del nostro paese. Con queste norme state irridendo chi mette la propria esperienza, la propria professionalità e la propria responsabilità al servizio del paese. Sono capaci di fare queste cose e li ritenete incapaci di discutere con il Governo il trattamento economico! È una cosa veramente inconcepibile.

PRESIDENTE. Ricordo che la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere favorevole al testo del provvedimento in esame subordinatamente all'approvazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni, interamente sostitutivo dell'articolo 2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 396
Votanti 394
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato
216
Hanno votato
no 178).
 

Avverto che essendo stato, con l'approvazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni, interamente sostituito l'articolo 2, risultano preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti a tale articolo e non si procederà al voto sullo stesso.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3437 ed abbinate)

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3437 ed abbinate sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Lumia 3.1, parere favorevole sull'emendamento Lavagnini 3.60, parere contrario sull'emendamento Pisa 3.3, parere favorevole sull'emendamento 3.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento) e parere contrario sull'emendamento Pinotti 3.8.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 13,25)

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 3 ad eccezione degli emendamenti Lavagnini 3.60 e 3.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del regolamento), sui quali esprime parere favorevole. Esprime, altresì, parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Rotundo 3.061, se riformulato nel senso di sostituire le parole «ciascuna forza armata e forza di polizia» con le parole «le Forze armate e le forze di polizia» e sugli articoli aggiuntivi Lavagnini 3.063 e 3.064.

PRESIDENTE. Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni anche sugli articoli aggiuntivi presentati.

MAURIZIO SAIA, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli articoli aggiuntivi Ruzzante 3.03, Lumia 3.04, Luongo 3.05 e De Brasi 3.062 e parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Rotundo 3.061, se riformulato nel senso di sostituire le parole «ciascuna forza armata e forza di polizia» con le parole «le Forze armate e le forze di polizia» e sugli articoli aggiuntivi Lavagnini 3.063 e 3.064.

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che i tempi sono esauriti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lumia 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi, che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, intervengo solo per dire, stante lo spazio ridotto che abbiamo, che con l'approvazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni è stato travolto un nostro emendamento che incontrava un favore diffuso tra i colleghi della maggioranza. Mi riferisco al fatto di considerare, nell'ambito dell'unitarietà del comparto delle Forze armate e delle Forze di polizia, una specificità di ciascun gruppo di forze che fosse utile a trovare il debito riconoscimento al momento della discussione dei trattamenti stipendiali, anche in riferimento alle loro procedure di carriera. Colleghi, il tema resta tuttora aperto: nel dibattito in corso, anche rispetto ad emendamenti che abbiamo esaminato nei giorni scorsi, non ci avete detto qual è la vostra posizione. Credo sia l'ennesimo segnale di delusione che lasciate al personale interessato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa, che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, riprendendo quanto detto adesso dalla collega Lucidi vorrei sottolineare come i contenuti di quell'emendamento siano stati condivisi, per tanta parte, anche da autorevoli rappresentanti del Governo.
Ricordo ai colleghi un'audizione, svolta alla I Commissione, del ministro Pisanu il quale, proprio relativamente alla necessità ed opportunità di arrivare ad una separazione del comparto per gestire meglio le relazioni sindacali, aveva espresso parere favorevole.
D'altro canto, durante i lavori è comparso un emendamento del Governo stesso con cui si dichiarava favorevole a tale iniziativa. L'andamento dei lavori parlamentari ha impedito che potessimo discuterlo e votarlo. Ritengo, però, opportuno che resti agli atti parlamentari come una questione così delicata e importante, rispetto a cui lo stesso ministro dell'interno aveva espresso il proprio assenso, non si sia potuta discutere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana, alla quale ricordo che ha solo un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. No, signor Presidente, il gruppo di Rifondazione comunista non ha finito il tempo.

PRESIDENTE. Bene, onorevole Deiana.

ELETTRA DEIANA. Intervengo anch'io per sottolineare l'importanza dell'aspetto già evidenziato dagli interventi dei colleghi Lucidi e Bressa, cioè la necessità di collocare l'intera materia del riordino delle carriere all'interno di un contesto più generale, che preveda altri aspetti di grande importanza per dare ordine, razionalità ed efficacia ad un intervento legislativo che vada in questa direzione.
Vi sono molti aspetti che rimangono monchi, fra cui la questione fondamentale della rappresentanza militare che non ha fatto un passo in avanti in questa legislatura. Si tratta di un aspetto dirimente per il riordino delle carriere, la negoziazione ed altro. Le rappresentanze militari, il diritto alla rappresentanza militare, le loro modalità e forme non hanno avuto seguito, non vi è stato un percorso conclusivo e, certamente, non per responsabilità dell'opposizione. È vero che ci siamo opposti alla proposta della maggioranza, ma anche in ragione del fatto che essa ha incontrato una dura reazione ed un giudizio negativo da parte degli interessati.
Stiamo parlando di riordino e di progressione in assenza di un punto essenziale, cioè il diritto ad esercitare la contrattazione come soggetti liberi da parte delle rappresentanze militari, aspetto veramente dirimente di tutta la discussione affrontata nel corso dell'esame del provvedimento alla IV Commissione.
L'altro aspetto relativo alla contrattualizzazione della dirigenza è anch'esso di grandissima qualità ed è un punto morto che, invece, rientra a pieno titolo nella materia.
Infine, vi è la questione sollevata prima dai colleghi dell'opposizione relativa alla specificità dei processi negoziali o di concertazione relativamente ai due comparti. Ritengo, e con me il gruppo di Rifondazione comunista, che tale specificità debba essere molto accentuata perché si tratta di funzioni, competenze ed utilizzazione da parte dello Stato assolutamente diverse, che quindi debbono avere una specificità in termini di definizione dei profili di negoziazione dei comparti interessati.
Tutto ciò manca; tutto ciò è stato travolto dai punti precedentemente acquisiti e, di conseguenza, riteniamo aperta la materia. Al di là delle questioni di metodo, di merito, di incapacità di mettersi in relazione con il sentire della grande maggioranza dei soggetti interessati, anche sulle parti dirimenti per una moderna e democratica razionalizzazione e di pienezza dei diritti di cittadinanza di questi operatori ed operatrici, i punti fondamentali sono stati tutti disattesi e dimenticati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lumia 3.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato
161
Hanno votato
no 218).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagnini 3.60, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 233
Astenuti 160
Maggioranza 117
Hanno votato
229
Hanno votato
no 4).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisa 3.3, non accettato dalle Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato
169
Hanno votato
no 218).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 389
Votanti 233
Astenuti 156
Maggioranza 117
Hanno votato
229
Hanno votato
no 4).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pinotti 3.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 384
Astenuti 9
Maggioranza 193
Hanno votato
166
Hanno votato
no 218).
 

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 398
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato
227
Hanno votato
no 171).
 

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ruzzante 3.03.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Questa è l'ennesima dimostrazione, se ancora ve ne fosse stato bisogno, di quanto complesso sia il provvedimento, e di quanto inutile sia l'approccio da voi seguito. Si tratta di aggiungere un articolo per consentire di riordinare una particolare posizione all'interno delle Forze armate. Questo a dimostrazione che la stratificazione di posizioni all'interno delle carriere intervenuta nel corso di questi anni è tale che non si possa pensare di risolverla con un intervento come quello che avete sottoposto all'attenzione dell'Assemblea.
Lo ripeto ancora una volta: bisogna avere la capacità di un approccio completamente nuovo a queste questioni e a questi problemi. Abbiamo bisogno della riforma del comparto, abbiamo bisogno della riforma della negoziazione, abbiamo bisogno della figura centrale del ministro della funzione pubblica e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel prendere in mano autorevolmente queste questioni, in modo tale che non ci possano essere poi interpretazioni fuorvianti da parte delle singole amministrazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Inviterei i colleghi a riflettere sul fatto che nella previsione di una unificazione dei ruoli delle carriere esecutive noi abbiamo creato una sperequazione, una iniquità, (attraverso il vostro voto, non certo il nostro), per quanto riguarda il personale che giunge al grado di sergente.
Questo perché abbiamo consentito, diversamente che per le Forze di polizia, che per questo personale si possano prevedere modalità diverse, anche il concorso, per l'accesso al ruolo.
Vorrei che riflettessimo su questo tutti quanti, perché siamo davanti ad una norma che, se questa legge non incontrerà l'ostacolo, la mannaia relativa al fatto che non ha copertura economica, produrrà una serie di ricorsi da parte del personale che già si trova nel ruolo dei sergenti e del personale che intenderà accedervi attraverso, appunto, la progressione di carriera all'interno del ruolo unico delle funzioni esecutive.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 380
Maggioranza 191
Hanno votato
165
Hanno votato
no 215).
 

Passiamo alla votazione nell'articolo aggiuntivo Lumia 3.04.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Vorrei capire come voi riuscirete ad attuare le cose che fino adesso avete votato, se non c'è una norma transitoria per il riordino del ruolo dei sergenti. Questo perché le cose che avete fatto nel corso di questi anni, fanno sì che ci sia una sperequazione di fatto. Se non ci sono delle norme transitorie, voi non riuscirete ad applicare in nessun modo le norme che avete approvato fino ad ora. Non si tratta perciò di un articolo aggiuntivo di carattere polemico, è un articolo che voi dovreste approvare per consentire di attuare per davvero le cose che dite di voler fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Presidente, mi scusi, non vedo proprio la necessità di impedire ai colleghi di intervenire con sufficiente esaustività: mancano quattro voti, dobbiamo arrivare in ogni caso alle 14. Si tratta...

PRESIDENTE. Va bene. Sa, a volte interpreto un po' troppo rigorosamente il mio ruolo.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Vi siete completamente disinteressati, nella creazione del ruolo unico delle carriere esecutive (creazione che noi condividiamo), di quali siano gli effetti che questo ruolo può produrre rispetto a coloro che sono già inquadrati nel ruolo dei sovrintendenti o dei sergenti. Avete ricevuto tutti sollecitazioni a considerare gli effetti che si produrranno, e il conseguente disallineamento e il mancato riconoscimento dei percorsi di carriera che questo personale ha fatto.
Vi sono due tipi di problemi che, attraverso i nostri emendamenti, tentiamo di risolvere. Il primo riguarda coloro che, in virtù del decreto legislativo del 1995 o perché vincitori di concorso, entrarono nel ruolo dei sovrintendenti e il secondo riguarda coloro che entrarono nelle Forze armate con il vecchio ruolo dei sottufficiali e che, successivamente, attraverso l'intervento normativo del 1995 e soprattutto attraverso quanto oggi state proponendo, troverebbero una barriera che li costringerebbe ad essere prigionieri del ruolo dei sergenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lumia 3.04, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 376
Maggioranza 189
Hanno votato
163
Hanno votato
no 213).
 

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Luongo 3.05.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pinotti. Ne ha facoltà.

ROBERTA PINOTTI. Si tratta di una questione della quale abbiamo avuto modo tutti discutere anche in Commissione; questione sulla quale anche i colleghi di maggioranza non potevano porre argomentazioni contrarie, trattandosi di una questione di giustizia.
A seguito dell'approvazione di una serie di norme, chi è stato sovrintendente prima del XV, XVI e XVII concorso e quelli venuti dopo hanno avuto un avanzamento di grado. Quindi, solo i vincitori del XV, XVI e XVII concorso si sono trovati esclusi.

FILIPPO ASCIERTO. Chiedilo a Brutti!

ROBERTA PINOTTI. È una questione di giustizia e, visto che in merito vi era un atteggiamento concorde da parte dei colleghi, non si comprende perché non sia stata inserita in questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Luongo 3.05, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 378
Maggioranza 190
Hanno votato
167
Hanno votato
no 211).
 

Passiamo all'articolo aggiuntivo Rotundo 3.061.
Ricordo che le Commissioni e il Governo hanno espresso parere favorevole sul presente articolo aggiuntivo, purché esso sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «sostanziale equiordinazione tra ciascuna forza armata e forza di polizia» con le seguenti: «sostanziale equiordinazione delle forze armate e delle forze di polizia».
Chiedo ai presentatori se accettino la suddetta riformulazione.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, sono propenso ad accettare la riformulazione testè proposta, tuttavia vorrei un chiarimento da parte del Governo.
La formulazione originaria derivava dal fatto che ci sono Forze armate e polizie ad ordinamento militare ricomprese nelle Forze armate. Se il Governo ritiene che la semplificazione proposta mantiene chiaro che si tratta di ciò, accettiamo senza problemi la suddetta riformulazione.

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo è d'accordo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rotundo 3.061, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 378
Maggioranza 190
Hanno votato
376
Hanno votato
no 2).
 

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo De Brasi 3.062.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Questo è l'articolo aggiuntivo nel quale proponiamo la copertura finanziaria. I dati con i quali abbiamo formulato questa proposta emendativa non sono dati che ci siamo inventati, ma che sono stati desunti dalle informazioni che le amministrazioni, seppure in maniera molto parca, hanno concesso alle Commissioni competenti. In particolare, stiamo parlando di 1.023 milioni di euro.
Questa è la dimostrazione che il vostro provvedimento - che ha una copertura di circa di 160 milioni di euro - costituisce veramente un ululato alla luna, con il quale non farete altro che scontentare tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Come testé affermato dal collega Bressa, se davvero vi fosse stata la volontà di affrontare fino in fondo la questione del riordino, avremmo insieme trovato la possibilità di salutare un testo così importante con la convergenza della maggioranza e dell'opposizione.
Abbiamo chiesto che il riordino fosse organico e complessivo e su ciò la maggioranza, pur ritenendo che si trattava di una soluzione giusta, si è ritratta. Inoltre, se il Governo ci avesse aiutato, sarebbe stato possibile reperire le risorse per garantire al provvedimento una effettiva copertura finanziaria.
Il Governo non ci ha aiutato, il Governo ha taciuto e la Commissione bilancio si è piegata ad un'esigenza di schieramento, abdicando alla funzione di formulare le proprie contestazioni. Oggi, quindi, state approvando un testo che viene «scaricato» completamente sul prossimo Governo, qualunque esso sia (chiaramente immaginiamo di poter essere noi). Il nuovo Governo dovrà, quindi, misurarsi con una situazione che sarà caratterizzata da notevoli problemi sotto il profilo del reperimento delle risorse necessarie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Brasi 3.062 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 367
Votanti 366
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato
154
Hanno votato
no 212).
 

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, non sono riuscita a votare!

PRESIDENTE. Ne prendo atto, onorevole Lucidi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lavagnini 3.063, accettato dalle Commissioni e dal Governo e sul quale la V Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 369
Votanti 228
Astenuti 141
Maggioranza 115
Hanno votato
213
Hanno votato
no 15).
 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lavagnini 3.064, accettato dalle Commissioni e dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 368
Votanti 226
Astenuti 142
Maggioranza 114
Hanno votato
212
Hanno votato
no 14).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (vedi l'allegato A - A.C 3437 ed abbinate sezione 5 ).
Qual è il parere del Governo?

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ciro Alfano n. 9/3437/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ciro Alfano non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3437/1.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, le chiedo di valutare la possibilità di rimandare le dichiarazione di voto ad un momento successivo perché abbiamo la necessità (Commenti)... Noi abbiamo iniziato a votare questo provvedimento alle dieci e trenta di questa mattina; non è un provvedimento che si trascina (Commenti)... Insomma, abbiate pazienza. È da stamane che c'è questa intolleranza. Fateci dire quello che pensiamo anche nelle dichiarazioni di voto. Tra l'altro vorrei far notare che non c'è stato regalato neanche un secondo - presidente Ramponi - dai Presidenti perché, come lei ricordava, il provvedimento è contingentato e anzi sono avanzati addirittura alcuni minuti: tutto quello (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale) ... No, Presidente, addirittura gli ululati ...!

PRESIDENTE. Colleghi, io credo...

RENZO INNOCENTI. Andremo avanti ancora due settimane, ma gli ululati ...

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, ha totalmente ragione.

RENZO INNOCENTI. Noi rimaniamo ancora nei tempi contingentati: abbiamo parlato a titolo personale. Signor Presidente, le chiedo quindi di far svolgere, come è prassi costante, le dichiarazioni di voto disponendo di dieci minuti ...

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti...

RENZO INNOCENTI. ... senza intenti ostruzionistici...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, se tutti siete d'accordo, poiché sono le 13,50, credo che adesso potremmo procedere al voto per l'inserimento all'ordine del giorno - ex articolo 27 del regolamento - del disegno di legge di conversione n. 6292, rimanendo però d'accordo che alle 16 inizieranno le dichiarazioni di voto finale, alle quali faranno seguito - presumibilmente alle 16,30-16,40 - la votazione finale di questo provvedimento e, quindi, l'esame del provvedimento d'urgenza in materia di esercizio domiciliare del voto, che - ripeto - propongo di inserire all'ordine del giorno.

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, intervengo solo per capire: lei ha cambiato la decisione presa dalla Conferenza dei capigruppo, perché essa ha già deciso.
Lei, signor Presidente, può prendere una decisione quando la Conferenza dei presidenti di gruppo non ne abbia assunte: per poter cambiare le decisioni prese dalla Conferenza è necessario convocarne una nuova riunione.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Boccia io ho chiesto sia a lei sia a tutti gli altri, usando questa espressione: «se siete tutti d'accordo». Se invece non siamo tutti d'accordo, io immediatamente convoco la Conferenza dei capigruppo; nessuno pensava che si riuscisse a finire tutte le votazioni: manca solo il voto finale (Commenti del deputato Boccia) .
Comunque va bene, onorevole Boccia; lei mi chiede la convocazione della Conferenza dei capigruppo che io immediatamente convoco al piano aula; ad essa proporrò di terminare questo disegno di legge alle 16 (Commenti)...

Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea del disegno di legge di conversione n. 6292.

 

PRESIDENTE. Passiamo intanto alla votazione per l'inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea, ai sensi dell'articolo 27 del regolamento, del disegno di legge di conversione n. 6292, da esaminare dopo la conclusione dell'iter del provvedimento in discussione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

La Camera approva all'unanimità.

Avverto che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata.
La seduta è sospesa; riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Omiss.........